di Luigi Covatta

Alberto Arbasino lo conobbi quando fu eletto alla Camera, nel 1983. Mi intrigava non solo perché, a differenza di tanti suoi colleghi, non si era fatto eleggere fra gli indipendenti di sinistra, ma aveva invece accettato l’invito di Spadolini a candidarsi nelle liste del partito repubblicano: anche perché ne condividevo l’inclinazione ironica con cui guardava ai “Fratelli d’Italia”. In qualche occasione lo incontrai nei talk show (ai quali all’epoca mi invitavano, e che non erano ancora le arene poi allestite da Santoro), e quasi sempre ci trovavamo d’accordo. Ora però vogliamo ricordarlo con il link ad un altro talk show, ben più significativo di quelli a cui partecipavo io: quello in cui, dopo un congresso del Pci, Bettino Craxi discuteva con lui, con Alberto Ronchey, con Giorgio Strehler e con Renato Guttuso delle prospettive della sinistra italiana. E’ la testimonianza di un’altra epoca: quella in cui si faceva gran conto anche della casalinga di Voghera, alla quale si offrivano spunti di riflessione e non repliche delle urla da stadio.