Ieri sera sulla Sette si poteva assistere ad una scena in cui un giornalista molto presente sui media incalzava un esponente di spicco del Pd sul dovere di allearsi con il partito dei Cinquestelle. Non bastavano le repliche del politico Pd: l’altro insisteva senza requie e con il sorriso sulle labbra.
Mi sono chiesto perché tanta insistenza e sicumera nel pretendere l’alleanza Pd – Cinquestelle e mi sono dato queste risposte:
1) Giornalisti e intellettuali mediatici sono tra i primi artefici della vittoria elettorale dei grillini.
2) Ora hanno paura che vadano al governo da soli, sanno che sono degli incompetenti.
3) Gli intellettuali mediatici vedono nei Cinquestelle gli eredi del massimalismo di sinistra, alleati naturali di post comunisti.
4) L’alleanza tra Cinquestelle e sinistra per i nostri intellò otterrebbe due risultati: portare la loro creatura al governo e togliere finalmente il Pd a Renzi.
Buon ultimo: dopo aver creato una forza a loro somiglianza, gli intellettuali mediatici potrebbero finalmente ottenere il loro obiettivo di determinare le sorti politiche del Paese, di palesarsi come la nuova classe dirigente.
Alle 5 ragioni indicate da Pagnotta (sotto un titolo quanto mai intrigante e veritiero) ne aggiungerei anche altre due: gli intellò a cui appartiene il noto conduttore avvertono istintivamente che se si formasse un governo formato esclusivamente dai partiti antisistema o populisti che dir si voglia la crisi sarebbe così drammatica da mettere a rischio anche la loro sopravvivenza (non solo economica); inoltre non solo vogliono togliere di mezzo Renzi, come giustamente annota Pagnotta ma di fatto desiderano che il PD, annegando nel centro-destra o nel M5S, scompaia definitivamente.
Vero!
Aggiungerei che al Frankenstein del romanzo un cervello avevano almeno provato a metterglielo.
La prima debolezza di Renzi, che è diventata un boomerang per tutto il PD, è stata l’opera dissennata di delegittimazione da dentro il suo stesso partito. Gli intellettuali mediatici hanno dato volentieri una mano non perdonando a Renzi nemmeno un’alzata di sopracciglio. Perdonano tutto alle loro creature, i Cinque Stelle, dall’essere emanazione di una privata piattaforma mediatica, alla subalternità a un comico agitato, ai contratti privati che limitano la loro rappresentatività, alla demagogia dei programmi, all’incompetenza dimostrata all’atto concreto.Li hanno vezzeggiati nei loro monologhi semplicistici senza mai richiedere un contraddittorio.
Adesso toccherà a tutti pagare per la loro presunzione e cecità.