“Ultimi”è una parola che sta entrando nell’uso corrente; ma che la sinistra dovrebbe usare con estrema cautela e anche, se vogliamo, con rispetto; perché appartiene, e da sempre, al linguaggio e alla cultura cattolica. Questa vede nei poveri e nei reietti il segno imperscrutabile del male del mondo e della misericordia di Dio; fino al punto di farne un punto essenziale del riferimento della sua azione nella società (per chi non lo sapesse, la Roma dei papi conteneva in sé notevoli elementi del moderno “stato del benessere …).
Ma è, nel contempo, almeno nei secoli del trono e dell’altare, sostanzialmente indifferente sui temi della lotta alla povertà ( i.e., della redistribuzione del reddito).
In radicale contrasto, l’approccio della modernità capitalista, sotto il segno della cultura protestante. Questa si pone, a suo modo, il problema della lotta alla povertà; ma è profondamente ostile ai poveri in quanto tali. Nella sua ottica, il povero è anche ozioso; e quindi, in qualche modo, colpevole del suo stato. E va quindi sorvegliato e aiutato a migliorarsi (attraverso un qualsiasi lavoro); ma assistito, questo no. Di più, nell’ottica del tempo la distinzione assolutamente centrale è quella tra poveri meritevoli e non meritevoli; i primi rappresentati dall’operaio (meglio dall’artigiano) laborioso e timorato di Dio; gli altri dallo sfaccendato frequentatore di osterie.
La sinistra ignora questa polemica. Non gli appartengono gli schemi moraleggianti e nemmeno la contrapposizione ricchi/poveri cui contrapporrà costantemente quella tra capitalisti e lavoratori. Ma, nel contempo, cosa più importante, la supera. In prospettiva, con una società senza alienazione e sfruttamento; nell’orizzonte immediato, con la realizzazione di un sistema di sicurezza e di diritti che, abbracciando tutti, interesserà, di conseguenza, anche i più deboli.
Ora dopo più di cent’anni di lotte e di conquiste, questi sistema universale di diritti e di doveri sembra logorarsi in modo irrimediabile: che si tratti di scuola o di servizio militare, di fisco o di “welfare”o di coesione territoriale.
Un processo di cui la sinistra stenta a comprendere la portata e la gravità. E che quindi non è in grado di interpretare e di gestire politicamente. Quella cui stiamo assistendo oggi, dalla America di Obama all’Europa e all’Italia è lotta degli ultimi contro i penultimi e i terz’ultimi divenuti, addirittura, “privilegiati”; alimentata da populisti falsi e arbitrata da privilegiati veri.
E gli ultimissimi? Per quelli ci saranno, come sempre, la Chiesa e le associazioni benefiche.
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