D. Che cos’è il movimento dei sindaci?
R. Lo dice la parola stessa. Sono dei sindaci che si muovono…
D. Ma per andare dove?
R. Non si sa; di più, non lo sanno nemmeno loro. Perchè, non avendo, tra l’altro, comuni opinioni in partenza sono divisi anche sul loro punto di arrivo.
D. Proprio niente in comune?
R. Diciamo la situazione. L’appartenere all’area di centro-sinistra; l’essere stati eletti al di fuori, se non contro il “sistema Pd”; vedere sè stessi come futuri esodati.
D. Esodati?
R. Tieni conto che tutti coloro che sono partiti, o transitati dal ruolo locale per arrivare a costruire un destino nazionale hanno fatto una brutta fine. Rutelli, Veltroni, Bassolino, lo stesso Orlando. E ti cito solo i casi più clamorosi. Meglio allora premunirsi. Proporsi in blocco, prima della fine del proprio mandato; per capitalizzare al meglio la propria transeunte notorietà. Pisapia, Orlando, De Magistris, Emiliano e quant’altri presi singolarmente non vanno da nessuna parte; insieme, oggi, un certo valore di mercato ce l’hanno.
D. Di mercato politico-elettorale…
R. Certo. Perchè sono “rappresentanti riconosciuti della società civile” (vedi voce N.d.R.). E, in quanto tali possono essere usati come simbolo sia da Bersani, da cui sono stati tutti appoggiati, a sostegno della sua coalizione; sia dai teorici dell’antipartitismo di sinistra, ansiosi di rimpolpare le loro schiere; sia, infine, dai residuati del giustizialismo ( per l’esigenza di cui sopra).
D. Diverse, e opposte richieste. Difficile, allora, avere una risposta univoca.
R. Impossibile. Con il che il movimento cesserà al momento di nascere; o, più esattamente, di collocarsi sul mercato.
D. E Renzi?
R. Renzi si è mosso e come. Perciò, oggi, ha bisogno di un periodo di assoluto riposo.
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