Oggi la fede calcistica dei vip (inclusi, almeno per ora, alcuni dirigenti politici) fa parte del gossip quotidiano. Ma, ai tempi della (mai abbastanza deprecata) prima Repubblica non era così. Perché faceva parte (al pari dei gusti sessuali o di qualsiasi altro tipo) di un privato da rispettare. E però questa regola aveva le sue eccezioni. Perché, attraverso non so quali canali, era filtrata la notizia che il “gruppo dirigente” del Pci, a partire da Togliatti, era di fede juventina. Notizia che, a quanto posso ricordare, non fu oggetto né di smentite né di verifiche: perché corrispondeva all’immagine che gli altri avevano del Pci; e soprattutto a quella che il Pci stesso voleva proiettare.
Cos’era, infatti, la Juventus agli occhi dei suoi sostenitori e del pubblico neutrale? Un simbolo di potere; ma anche di organizzazione, di disciplina, di serietà e di apertura al nuovo e al mondo. Diciamo un simbolo della nazione; diciamo la squadra della nazione. Allo stesso modo i comunisti vedevano se stessi. Seri, affidabili, disciplinati, rispettosi del potere e delle servitù che ne derivavano, rappresentanti autentici dei veri interessi della nazione, autolatrici interpreti del nuovo e del giusto. Insomma il vero, l’autentico “partito della nazione”,
Ora, ai tempi della “mai abbastanza….”, nessuno si sarebbe sognato di chiedere ai democristiani quale fosse la loro squadra di riferimento. Anche perché, se lo avesse fatto, avrebbe avuto le risposte più diverse, di regola improntate al più sfacciato localismo. Segno che la Dc non era, né pretendeva di essere il partito della nazione. Essendo, invece, almeno nelle sue intenzioni, il “partito di tutti”: il che è tutt’altra cosa. O, più esattamente, il partito di una parte che intendeva accontentare quanta più gente possibile.
Oggi del partito della nazione si sono perse le tracce. Ne sono rimaste delle figure individuali: la vocazione pedagogica a tutto campo del nostro presidente della Repubblica; la disponibilità a “soffrire nell’interesse del paese” di altri esponenti del passato regime.
In quanto a Renzi, tiene per la Fiorentina. Il che vale ad escluderlo in partenza dal ruolo di leader di qualsivoglia “partito della nazione”. Perché i fiorentini appartengono, direi antropologicamente, ad una parte e sono costantemente alla ricerca di Altri con cui scontrarsi: in una gamma di atteggiamenti che spaziano dalla beffa all’eliminazione, se non fisica almeno politica. I fiorentini: e anche quelli della  (ex) provincia.