“Sutor, ne ultra crepidam” è un detto latino che consiglia ai calzolai di non occuparsi di cose che esulano dalle loro competenze. E’ un detto che non amo, perché esprime la quasi sempre ingiustificata boria dei dotti. Ma mi è venuto spontaneamente (e forse banalmente) alla memoria sentendo Diego Della Valle attribuire a Luigi Einaudi quella “Costituzione più bella del mondo” che invece si deve a De Gasperi e a Dossetti, a Nenni e a Basso, a Togliatti e a Terracini (meno, come è noto, a Piero Calamandrei). Meno banalmente, del resto, mi ci ha fatto pensare anche Gherardo Colombo, che sutor non è, ma al quale pure deve essere sfuggito il ruolo che nella redazione del testo la cui intangibilità ora vuole difendere ebbe appunto Palmiro Togliatti, certamente intimo di Stalin più di Giorgio Napolitano.
Chi invece forse è preparato in storia, ma debole in filosofia (quanto meno per quanto riguarda quella premessa della logica che è il principio di non contraddizione) è Pippo Civati: il quale minaccia addirittura di lasciare il Pd se rinuncerà all’alleanza con Vendola. Di quale alleanza parli non si sa, se non di quella elettorale che ha consentito a Sel di lucrare col premio di maggioranza la propria quota-parte di “nominati”, e che non ha retto neanche alla prova dell’elezione del Capo dello Stato, la meno legata all’indirizzo di governo. Né si sa a quale rottura si riferisca, se non a quella determinata dalla gragnuola dei seimila emendamenti con cui Loredana De Petris voleva seppellire Maria Elena Boschi: e pazienza se questa volta superior stabat agnus.
Per informazione di Covatta.
Togliatti era intimo di Stalin e Costituente, Napolitano non è stato costituente ma era fan di Stalin (anche il PSI lo è stato fino a un certo punto). Che diavolo c’entrano Togliatti e Napolitano? Colombo ha proposto un artificio retorico partendo dalla realtà: “Se ha creduto alla bontà di Stalin può credere a qualunque cosa”.
L’altra cosa è molto più prosaica e denota – per Covatta, reduce dal nulla, e nulla resta anche dopo la dipartita del PSI – molte carenza in Scienza politica e diritto pubblico. Il PD ha la maggioranza relativa alla Camera solo grazie al 3% di SEL, che gli ha permesso di sopravanzare il cdx e ottenere insieme a SEL – e Tabacci, persino lui decisivo – il 55% dei seggi. Peraltro SEL ha anch’essa indetto le “primarie”, discutibili quanto quelle del PD, che anch’esso aveva le liste bloccate come tutti.
Vedere una rivista gloriosa come “Mondoperaio” ridotta così, a vergare commenti così inutili e superficiali, mette tristezza.
Ritengo anch’io che sono fuorvianti i riferimenti a Togliatti, mentre ci troviamo in presenza di un dato politico che riguarda da vicino anche noi Socialisti. Cioè dovremmo essere interessati ad una Sinstra Riformista con cultura di Governo e Vendola, nonchè Civati, si richiamano a questo importante filone politico-culturale. Spero che SEL abbia riflettuto sul grave errore politico di aver prima chiesto l’adesione al PSE e poi alle Europee sostenere Tsypras. Noi dobbiamo recuperare questo rapporto anche per non essere schiacciati sulle posizioni più liberal, che di Sinistra di Renzi (più Marchionne, che i lavoratori FIAT, più Berlusconi, che le posizioni del Centro-Sinistra sull’Italicum e il Senato, più rapporti con gli Industriali, che con i Sindacati, più attenzione agli imprenditori con il DL Poletti, che ai giovani precari), più attenzione al ceto medio, che ai crescenti poveri. Sono molto scettico su Renzi più cantastorie e populista, che Statista. Licenzia Letta, manda via Cottarelli e taccia il PSI e i piccoli Partiti di essere dei ricattatori e responsabili dei guasti del paese, come se gli esodati e il Fiscal Compact li hanno imposti i piccoli Partiti e non voluti e votati dallo stesso PD. I poteri forti ancora lo sostengono, ma con la Legge di Stabilità verrà la resa dei conti.
Generalmente quando si aprono polemiche così aspre è cortese firmarsi: così anche chi, come me, è “reduce dal nulla” e nel nulla resta sa come orientarsi. Comunque va bene lo stesso: anche che il mio anonimo contraddittore abbia scoperto che Nenni prese il premio Stalin. Uno sforzo in più, ed avrebbe appreso che anche questa gloriosa rivista, secondo la testimonianza di Lelio Basso, venne fondata coi soldi di Malenkov: come vede, col tempo tutto cambia (anche Napolitano).
Quanto alla “scienza politica”, il mio anonimo contraddittore la confonde con la contabilità elettorale: poco più che contabili, del resto, erano quei Dulcamara che vent’anni fa, come scrisse Mauro Calise, assicurarono che il futuro del paese sarebbe stato “diretta conseguenza di una clausola di sbarramento, di un doppio turno a ballottaggio flessibile, di un mono turno con scheda doppia”. Ce ne fu perfino uno – che forse veniva anche lui dal nulla, ma nel nulla non è restato – che a conclusione di un saggio “scientifico”, un mese prima delle elezioni del 1994 predisse: “La destra non può vincere le elezioni. Solo la sinistra, se ci mette molto impegno, può sperare di perderle”. E comunque, se proprio ci si deve fermare alla contabilità, si è mai chiesto, il mio anonimo contraddittore, quanti voti in più avrebbe preso il centrosinistra senza l’alleanza con Sel? La risposta non è difficile: basta guardare i risultati del maggio scorso.
Pensare che il psi non abbia commesso errori è certo non vero . Al riguardo non voglio citare il famoso detto latino, ma non pensare al valore dei risultati delle nostre battaglie politiche e nel contempo non notare, anche, l’altrui finanziamento, mi pare il solito purismo da strapazzo. Quando Bettino, non dal barbiere, nel più assoluto silenzio della camera, disse che bisognava dare trasparenza al finanziamento dei partiti, fu criminalizzato. Ai puritani consiglio di leggere il libro, sul finanziamento del pc di Cervetti .