Sutor, ne ultra crepidam” è un detto latino che consiglia ai calzolai di non occuparsi di cose che esulano dalle loro competenze. E’ un detto che non amo, perché esprime la quasi sempre ingiustificata boria dei dotti. Ma mi è venuto spontaneamente (e forse banalmente) alla memoria sentendo Diego Della Valle attribuire a Luigi Einaudi quella “Costituzione più bella del mondo” che invece si deve a De Gasperi e a Dossetti, a Nenni e a Basso, a Togliatti e a Terracini (meno, come è noto, a Piero Calamandrei). Meno banalmente, del resto, mi ci ha fatto pensare anche Gherardo Colombo, che sutor non è, ma al quale pure deve essere sfuggito il ruolo che nella redazione del testo la cui intangibilità ora vuole difendere ebbe appunto Palmiro Togliatti, certamente intimo di Stalin più di Giorgio Napolitano.
Chi invece forse è preparato in storia, ma debole in filosofia (quanto meno per quanto riguarda quella premessa della logica che è il principio di non contraddizione) è Pippo Civati: il quale minaccia addirittura di lasciare il Pd se rinuncerà all’alleanza con Vendola. Di quale alleanza parli non si sa, se non di quella elettorale che ha consentito a Sel di lucrare col premio di maggioranza la propria quota-parte di “nominati”, e che non ha retto neanche alla prova dell’elezione del Capo dello Stato, la meno legata all’indirizzo di governo. Né si sa a quale rottura si riferisca, se non a quella determinata dalla gragnuola dei seimila emendamenti con cui Loredana De Petris voleva seppellire Maria Elena Boschi: e pazienza se questa volta superior stabat agnus.