Su quali temi c’è Il “bla bla blà” di Greta e da chi? La transizione energetica concordata anni or sono a Parigi è tanto complessa che il tentativo di realizzarla necessita anzitutto del parlarci chiaro! Già oggi reagiamo ai rincari (il Governo si sforza di ridimensionare le bollette anche attingendo a quanto versiamo per il finanziamento delle fonti alternative) e facciamo giustamente causa alle pale eoliche (piccolo segmento dell’alternativa) quando danno fastidio come nella frazione Botta di Potenza; in Gran Bretagna si protesta per la carenza di carburante. Insomma, non siamo disposti a rinunciare alle comodità e facciamo pure noi “bla bla bla” reclamando la salvezza del Pianeta. La Cina inquina molto più dell’Europa, ma per non fermare la produzione, l’occupazione ed il benessere di centinaia di milioni di cinesi “ha in progetto 18 centrali a carbone” (F. De Bortoli- Corrriere della Sera del 3/10). Ciascuno di noi, poiché “ogni mail ha un carbon foot print che equivale a 0,3 grammi di Co2” e lo moltiplica per miliardi, dovrebbe smette di usarle. Il ministro Cingolani si dice ottimista per il prossimo 26 ottobre in quel di a Glasgow, dove conta di “raggiungere i mille miliardi per un concreto impegno” (per compensare i Paesi poveri, 1 miliardo di persone, ancora senza acqua e senza luce) e di attivare allo scopo investimenti privati in fonti alternative. Soprattutto ritiene che “la scienza e l’economia devono trovare risposte ai vincoli pesanti della realtà, che non si presta alle semplificazioni degli slogan nei cortei” (F. Rampini-La Repubblica del 3/10).
E però l’energia dall’idrogeno (la fusione a confinamento magnetico che copia il sole e non inquina) non c’è ancora, mentre produrre alluminio (6% in Occidente e 60% in Cina) richiede tali quantità di energia che “qualcuno (in Germania) silenziosamente riaccende centrali a carbone”. Non è dunque semplice frenare il riscaldamento globale di 1,5/ 2 gradi entro il 2030, deciso nel consesso di Parigi. Allora, come se ne esce? Non certo con questo “bla bla blà” di tutti su tutto e senza intervenire realmente, senza renderci conto che le stesse ricette verdi non sono né sufficienti né facili da realizzare. Il CO2 distrugge il pianeta, perciò occorrerebbe non soltanto ridurre auto, aerei e navi, ma persino limitare le mail. Insomma, riporteremo indietro il nostro ormai consolidato sistema di vita e rinunceremo a quello che definiamo progresso? Ci arrenderemo al nucleare “piccolo”, in modalità meglio controllate, più sicuro, e rinunceremo solo in parte alle comodità? A. Toynbee – ne “Il racconto dell’Uomo” – si chiedeva: «l’Uomo ucciderà la Madre Terra o la riscatterà? Questo è da affrontare». Cominciamo a ragionarne dappertutto e senza nasconderci niente.
Giorni fa c’è stato un black out del sistema delle piattaforme informatiche, pare a causa di un errore commesso nella centrale californiana di Zucherberg. Sicché, persino chi – magari a Londra- aveva già adottato quel sistema per aprire la porta di casa, è rimasto fuori; in più, sono state bloccate le comunicazioni tra gli operatori dei Governi e tra i rami delle Amministrazioni statali, solo per citarne alcune ma importanti. Si è così sperimentato che siamo nelle mani di un privato, il quale – all’età di 37 anni – può praticamente decidere del mondo. Non ha dunque peccato di “bla, bla, bla” al Senato Usa Frances Haugen (di nuovo una donna!) che, appositamente licenziatasi dall’azienda, ha dichiarato: «(come già contro fumo, oppioidi etc) vi supplico (d’intervenire) anche ora di fronte ai danni sociali provocati da Facebook». La Haugen si riferisce ai danni che Facebook «consapevolmente provoca ai suoi utenti (soprattutto i più giovani)» e di cui ha fornito prove documentali (Corriere della Sera del 6/10). Ma non ci vuol molto a capire che, volendo, le piattaforme possono bloccare i Governi del mondo intero e che, anche se la democrazia fosse ovunque e perfettamente operante, in nulla gli eletti dei popoli potrebbero sfuggire al controllo di esse”.
G. Sartori, in Homo videns del 1997, individuava nella Tv un pericolo per la democrazia. Ora siamo molto oltre: alla possibilità dimostrata che tutti gli Stati siano sottomessi ad un’ «azienda che coi suoi 3,5 miliardi di utenti di tutte le piattaforme (Oculus, Instagram , WhatsApp e Messenger, oltre a Facebook) ha più potere di molti Stati e che, oltre a condizionare i giovani, altera toni e natura del dibattito politico incide(ndo) perfino su problemi di sicurezza nazionale». Ma nonostante tutto questo, siamo ai nostri “bla, bla, blà” contro la vaccinazione ed il gren pass, a pretendere che esso sia abolito in uno con la liberalità nelle discoteche! In 160 anni dall’Unità d’Italia, per il superamento della questione meridionale, non c’è stato nemmeno un forte “bla, bla, blà” collettivo. Ci sarà ora, almeno per la sorte del Pianeta e della Democrazia?