La proposta del premier Matteo Renzi di designare mediante le primarie il candidato del Pse alla guida della Commissione europea consentirebbe di raggiungere vari risultati. Oltre ad accrescere la vicinanza fra i cittadini e le istituzioni dell’Unione e a conferire maggiore autorevolezza al candidato (ed eventuale presidente), contribuirebbe sensibilmente a porre le basi dell’eurodemocrazia, radicando il Pse nei vari contesti nazionali.
Il Pse come forza di popolo, e non solo come soggetto d’élite. Come ha sostenuto fra gli altri Biagio de Giovanni, difficilmente è concepibile un demos europeo; convivranno più probabilmente tanti demoi. Ciò, però, non ci impedisce di coltivare la prospettiva degli Stati Uniti d’Europa. Un grande campo di forze democratiche volte alle riforme, attente alla dimensione sociale, orientate al progresso e alla coesione potrà rappresentare anche una risposta alla crisi e alle difficoltà dei partiti nazionali.
Il “grande campo” diverrebbe davvero partito (come negli Usa i democratici) e i singoli soggetti nazionali ne sarebbero un’articolazione. Così, finalmente, Pse e Ppe cesserebbero di costituire dei gusci quasi vuoti (lo stesso fenomeno, infatti, si avrebbe sull’altro versante dello scacchiere politico, quello dei moderati e dei conservatori). Una risposta efficace, oltretutto, alla demagogia e ai “populismi”.
A tal fine si potrebbe iniziare, qui in Italia, a dare maggiore visibilità mediatica a esponenti politici come Gianni Pittella e altri. L’agone politico nazionale è ormai troppo angusto. Giusto appassionarsi alle primarie e più in generale alle vicende d’oltreoceano, ma sarebbe ora di vivere con più interesse e slancio l’Europa politica. “Utopia” significa, in fondo, ciò che (ancora) non c’è. Ma alle utopie si può donare concretezza con la tenacia, l’impegno, lo spirito di abnegazione. Si può rafforzare lo spazio politico europeo anche scorgendo in tali personalità non solo membri e rappresentanti delle istituzioni, bensì protagonisti del dibattito politico generale. All’interno dei singoli Stati e, soprattutto, a livello dell’Unione europea, con la giusta risonanza sulla stampa e nei telegiornali.
Pittella ha dovuto ottenere ospitalità di radioradicale per poter accusare ieri di idiozia Orban ed i costruttori di muri, pronosticando loro un buco nell’acqua. È mai possibile che le reti televisive generaliste debbano solo dare spazio ai timori che parlano alla pancia del Paese, e non alle posizioni che gettano le basi per soluzioni durature?