I coccodrilli che adesso piangono sulle aporie della legge Severino avrebbero potuto provvedere per tempo. Se non prima di quel 26 novembre del 2013 in cui il Senato votò per la decadenza di Silvio Berlusconi, almeno nei mesi e negli anni successivi. Che quella legge (tra l’altro votata da uno schieramento bipartisan sotto il governo Monti) necessitasse di un “tagliando” o comunque di un pit stop era palese. Ce ne accorgemmo perfino noi, che due anni fa organizzammo, proprio al Senato, un convegno sul tema, con l’intervento, fra gli altri, di Guido Raimondi, Cesare Mirabelli, Antonio Agrò, Giorgio Spangher, Francesco Palermo, oltre che di parlamentari come Enrico Buemi, Luigi Compagna e Marco Di Lello, nonchè di Marcello Miniscalco, che di quella legge fu la prima vittima in occasione delle elezioni regionali del Molise.
Chi vuole può consultare gli atti di quel convegno in questo stesso sito, cercando nell’archivio della rivista il numero 5 del 2015. Possono farlo anche i parlamentari, che al contrario di chi scrive, le leggi possono farle e disfarle.
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