La notizia “di sinistra” in questi giorni è che, dei 3.400 emendamenti allo “Sblocca Italia” del governo Renzi, 1.034 sono di deputati del Pd. Non è una novità, in questi anni, che siano soprattutto i parlamentari della maggioranza che sostiene il governo a contrastarne le proposte di legge di bilancio. E’ già successo nel 2012 con il governo “tecnico” di Mario Monti e nel 2013 con quello “politico” di Enrico Letta. In prima linea sulle barricate parlamentari sono i deputati dello stesso partito che esprime il presidente del Consiglio. Stranezze divenute routine nel Pd: di certo senza confronto con la riunione della sua direzione in cui ci fu chi pretendeva di togliere Enrico Letta da Palazzo Chigi senza neppure votare.
Allo stato non è dato sapere quanta strategia e quanta tattica ci sia in questi comportamenti, né se oggi il Pd sia uscito dallo stato confusionale che meno di due anni fa lo indusse, con altri partiti, a scongiurare Giorgio Napolitano perché prendesse ancora sulle sue spalle le sorti della Repubblica. I prossimi mesi diranno anche a quanti finora si sono ostinati a votare per il Pd se la loro scelta sia di dubbia utilità o di certo danno.
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