Poche ore fa il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, ha dichiarato che “la Russia non interferirà con gli affari interni dell’Ucraina. La Russia vuole l’Ucraina parte della famiglia europea in tutti i sensi”.
Buone notizie? I goliardici esperti di eurofilia di Bruxelles vedono in queste parole una vittoria dell’Unione europea. Osservando con un po’ meno faciloneria, si capisce che la posizione russa mette in serie difficoltà l’Ue, stretta nel quadro delle tensioni tra Germania e Usa. È possibile che la posizione russa sia stata previamente concordata con Washington, proprio per svelare l’impotenza e le contraddizioni dell’Ue. Infatti, da Washington non sono arrivate immediate promesse finanziarie per la stabilizzazione dell’Ucraina, che è in bancarotta oltre ad essere profondamente divisa al suo interno. Le perfide parole scritte due giorni fa da Zbigniew Brzezinski, “si deve offrire alla Russia una soluzione finlandese per l’Ucraina”, restano scolpite.
L’Italia, secondo partner commerciale dell’Ucraina dopo la Russia, non esprime ancora una sua “nuova” linea sulle scelte da compiere, e non si sa se mai il giovanilismo riuscirà a esprimere qualcosa. L’Ue ha inviato Catherine Ashton in Ucraina a far finta di negoziare. Ma i veri negoziati si stanno svolgendo tra Mosca, Berlino e Washington.
È ancora presto per dire come andrà a finire. Certo però, “la famiglia europea” è piuttosto in affanno adesso che ‘messa incinta, deve sposarsi con l’Ucraina’.