NON MUOIO NEANCHE SE MI AMMAZZANO. Dichiarazione spettrale del Cavaliere: “Non muoio neanche se mi ammazzano”. Hantise all’italiana, Questi fantasmi. Ma la logica berlusconismo/antiberlusconismo è davvero un «effetto spettrale», dall’ ontologie all’ hantologie (e ci perdoni Derrida). Dunque non esiste, propriamente, il Cavaliere: in quanto hantise, non è mai stato né sarà, ma sempre e soltanto ri(n)viene. Spettro, fantasma, revenant: ritorna dal passato o è a venire nel futuro, mai presente. Il Cavaliere non è, ma ri-appare. Da qui le due formule apotropaiche dell’italian genius: «Non è vero, ma ci credo» (detta anche “berlusconismo”) ed «E’ vero, ma non ci credo» (detta anche “antiberlusconismo”).
L’opposizione reale, che esiste a livello storico, è quella tra i partiti politici – ossia il sistema parlamentare (né più, né meno, in Italia) – ed il movimento di natura fascista che è presente nel paese. L’opposizione spettrale, che esiste a livello ideologico, è quella tra berlusconismo ed antiberlusconismo. Questo anacronismo è ciò che disciplina la produzione e ri-produzione delle tattiche politiche attuali del Pd e dello stesso Pdl, e la peggiore delle illusioni, l’elezionismo.
Arrivano così i falchi e le colombe. Come distinguere i falchi dalle colombe? «Io sono pazzo solo a Nord-Nord-Ovest. Quando il vento viene dal Sud, distinguo un falco da una colomba». Citazione da Amleto, o ancora dallo spettro, dalla costituzione del fantasma: il re è morto? E’ stato ucciso? Chi vendicheranno i falchi? (nota freudiana: «Che cosa dunque lo inibisce nell’adempimento del compito che lo spettro di suo padre gli ha assegnato? […]. Amleto può tutto, tranne compiere la vendetta sull’uomo che ha eliminato suo padre).

SPETTRI DI SPROPOSITI (è il titolo, ancora una citazione, di un piccolo corsivo di Croce). Perché il governo non funziona? Gramsci, in un articolo dell’aprile 1921, annotava: «Perché lo Stato è in completa decomposizione? Perché la magistratura, la gerarchia militare, la polizia, la burocrazia non obbediscono più al loro centro naturale, al governo politico, ma sono controllate arbitrariamente, caoticamente, da gruppi privati incapaci di organizzarsi come nuova classe dominante, e di esprimere dal seno di questa organizzazione un governo proprio regolare» (e per questo considerava idiota la tesi riformista secondo cui la politica giolittiana fosse reazionaria).
Due sole note lessicali: 1) obbediscono: la disciplina degli apparati (per prima la giustizia, oggi) non è questione di riforme, di norme giuridiche; è questione di politica; 2) gruppi privati / classe dominante: perso il senso di questa distinzione, l’italian genius pensa il rapporto tra magistratura e politica attraverso concetti immaginari (perché giuridici) quali «indipendenza», «autonomia», «collaborazione tra poteri».