Trovo saggio ed equilibrato l’editoriale di Stefano Menichini sul quotidiano Europa del 3 settembre. Lo spunto è offerto dalla presenza a Bologna, a conclusione della festa nazionale de l’Unità, del Primo ministro francese Manuel Valls (un innovatore) e del neosegretario dei socialisti spagnoli Pedro Sanchez, accanto a Matteo Renzi.
Menichini sottolinea come possa venir evocata una sorta di Terza via neoblairiana a trazione mediterranea, per così dire, sia pure per adesso a livello di suggestione. Valls e Sanchez, infatti, scorgono nel premier italiano un punto di riferimento, ma ancora non vi è una piattaforma ideale e programmatica comune.
Il direttore di Europa definisce i tre come “figliocci” di Clinton, alludendo al tentativo compiuto negli anni ’90 di delineare “l’Ulivo mondiale”. Qui concordo solo in parte: oggi alla guida degli Usa vi è un altro democratico, Obama, che di certo esercita un ruolo importante per le forze di progresso dell’Occidente. E riguardo al passato, negli anni ’80 si parlava di “socialismo mediterraneo”, animato da leader come Mitterrand, Craxi, González, Papandreou. Si trattava dello sforzo di coniugare i principi di libertà ed equità con la modernizzazione e con le sue istanze.
Insomma: la geografia e la storia mostrano che più volte all’interno del campo socialdemocratico si sono avuti dissidi e fratture anche profonde (e talora drammatiche), e ciò che avveniva negli States di solito esercitava un’influenza notevole. Ora si tratterebbe di aprire, fra l’altro, un dibattito serio sul futuro dei partiti e degli altri soggetti collettivi nella democrazia dei twitter.