Leggendo l’intervista del dottor Scarpinato, Procuratore generale a Palermo, non credevo ai miei occhi. Definire delirante la sua presa di posizione è troppo poco e, allo stesso tempo,  mi interrogo per quale ragione un magistrato di così grande esperienza possa incappare in errori così grossolani, tra l’altro invocando la Costituzione, che i magistrati dovrebbero essere i primi a rispettare e di cui non sono gli interpreti, perché questo compito compete alla Corte costituzionale e al Legislatore,  bensì coloro che, tenuto conto delle leggi che il Legislatore mette a loro disposizione, sono tenuti a verificarne il rispetto con rigore e imparzialità.
Non sopporto, tra l’altro, che venga richiamata costantemente l’azione del giudice Falcone da molti suoi colleghi, come Scarpinato, dimenticando che Falcone ricordava spesso, anche a loro, che il compito del magistrato è perseguire i reati e non assumersi altre missioni che a loro non competono. Chi richiama e si erge costantemente a difensore della Costituzione vigente  rispetto alle forzature altrui deve ricordare che il rispetto della Costituzione, in primo luogo, compete ai magistrati a cui essa ha conferito così alti e gravosi compiti che non dovrebbero farli distrarre da altri obiettivi, che come cittadini possono avere ma che non devono mettere in discussione la loro terzietà.