E’ un segno dei tempi quando tocca ai tacchini e ai grillini riformare leggi elettorali grazie alle quali sono, per lo più senza nessuna cognizione di causa, entrati in Parlamento. Naturalmente, anche se a parole diffondono il loro convincimento che non bisognerà mai più votare con il Porcellum, il non frenetico attivismo dei parlamentari in carica suggerisce che del maiale non intendono buttare via proprio niente, meno che mai le liste bloccate. Uno dei modi più frequentemente utilizzati per salvare il maiale consiste nell’avanzare proposte variamente complicate che combinino in maniera assolutamente inusuale e imprevedibile pezzi di sistemi elettorali usati in altri paesi. Proposte di questo genere non fanno molta strada, ma fanno perdere (o, a seconda dei punti di vista, guadagnare) tempo. Nel recente passato, una delle più efficaci perditempo è consistita nella indigeribile combinazione di elementi dei sistemi elettorali tedesco e spagnolo.
Il sistema elettorale australiano, sbucato alla fine del 2012 da non ricordo più quale fervida mente riformatrice e subito non molto originalmente definito “kangurum”, sembrava già dimenticato. Invece è rispuntato, facendo, come si conviene ai canguri, un bel balzo. E’ poco più di una variante del maggioritario di stampo inglese. In Australia (e in pochissimi non importanti altri paesi) funziona efficacemente, vale a dire conferisce agli elettori il potere di scegliere il candidato preferito nei collegi uninominali. Di più (per esempio, dare vita ad un governo) non fa, essendo questo comunque compito dei partiti a seconda dell’esito del voto. Particolari non proprio di contorno del caso australiano sono che il voto è obbligatorio, il sistema partitico si è da tempo assestato sulla competizione bipolare, il capo dello Stato è la Regina d’Inghilterra. Se i pregi più vantati del sistema australiano, ovvero la sua peculiarità positiva, sono che l’elettore deve mettere in una graduatoria le sue preferenze e che si vota in collegi uninominali ad un turno solo (evitando quindi il presunto “mercato delle vacche” che si avrebbe con il doppio turno), entrambi possono cadere – o almeno indebolirsi, sotto il fuoco di motivate critiche.
Ci vogliono candidati e partiti molto bravi per insegnare ad elettori come quelli australiani – peraltro in buona misura già abituati – come stilare la graduatoria dei candidati in ordine di preferenza. Non sottovaluto le capacità di apprendimento degli elettori italiani, ma boccio quelle pedagogiche dei candidati e dei partiti italiani (molti dei quali continuano a non sapere quasi nulla dei sistemi elettorali). Quanto al “mercato delle vacche” (nell’esempio più richiamato, quello francese), ne farò un moderato, ma seriamente motivato elogio. Chiunque abbia mai frequentato un mercato delle vacche sa che gli animali stanno in bella vista, che ciascun compratore può guardarli a lungo, toccarli, valutarli e ottenere tutte le informazioni aggiuntive che desidera. I venditori si comportano correttamente non perché sono gentili, ma perché (anche senza avere letto Adam Smith) sanno di essere in un mercato competitivo dove altri venditori vanteranno la superiore qualità delle loro vacche e la eventuale maggiore adeguatezza alle necessità del compratore. Dunque il mercato delle vacche ha due enormi pregi: è trasparente ed è concorrenziale. Chi truffa verrà inesorabilmente punito, escluso.
In effetti è proprio vero: in Francia, dove si usa il doppio turno per eleggere un solo candidato, c’è un mercato delle vacche che molti intellettuali catolic-chic o comunisti ancien régime respingono a priori, senza saperne abbastanza, ma anche perché hanno scarsissima fiducia nell’elettorato. Non credono alle capacità degli elettori di seguire la “conversazione” che chiamerò elettorale (ma è anche “democratica”) che si svolge fra il primo e il secondo turno. Candidati che non superano la soglia di accesso al secondo turno e che dicono agli elettori, soprattutto ai loro, quale candidato preferiscono fra quelli rimasti in lizza. Candidati che desistono spiegando perché (ad esempio, con l’obiettivo di evitare la dispersione di voti, a sinistra o a destra, che favorirebbe l’elezione del candidato più sgradito). Dirigenti di partito che raggiungono accordi tali per cui votare per uno specifico candidato significa dare anche approvazione ad una coalizione che potrebbe farsi governo. Il doppio turno di collegio con clausola di accesso al secondo turno produce, fra il primo e il secondo turno, il massimo di informazioni per gli elettori, anche perché i mass media seguiranno e riferiranno le contrattazione con grande attenzione. Infine, se gli elettori avranno sbagliato a scegliere il candidato (a comprare la loro vacca, nella offensiva e fuorviante analogia), potranno fare mea culpa, cambiare idea, e la volta successiva bocciare l’incumbent e “acquistare” (compatibilmente con le offerte del mercato) una vacca migliore. Più informazione, più potere del cittadino elettore/compratore: il collaudato sistema elettorale francese continua ad essere preferibile a quello australiano. Les vaches sconfiggono i canguri.
Condivido l’elogio del mercato delle vacche, molto più trasparente del mercato chiuso in cui ci troviamo.
Perfetto, ma il dato di fondo è la cultura politica prevalente. Il sistema tedesco funziona egregiamente dalla fine della guerra e con l’approvazione di una Costituzione, che nel nome non lo è perché è una Grundgesetz, cioè una Legge Fondamentale, perché la Verfassung-Costituzione era rinviata al giorno in cui un popolo tedesco riunito e libero l’avesse approvata. La Germania è riunita e libera, ma la Grundgesetz è ancora là. Ebbene con il sistema elettorale tedesco che salvo un’eccezione richiede governi di coalizione, che dipendeva dal partito minore prima i Liberali FPD e dopo i Verdi. Ebbene in Italia non avremmo mai avuto Cancellieri democristiani o socialdemocratici, ma liberali o verdi. Il vero presidio è la Corte Federale costituzionale tedesca, che ha sempre difeso la sovranità popolare sia in rapporto alle istituzioni sovranazionali che alle leggi elettorali. In Germania mattarellum e porcellum non avrebbero passato il vaglio di costituzionalità. Che dire quando giuristi democratici ed autorevoli non si sono mai impegnati contro anzi avevano avallato un referendum truffa come quello affondato con la sentenza n.13 del 2012 della Corte Costituzionale. Se il porcellum è in Corte Costituzionale il merito non è di partiti ed associazioni o il frutto di campagne stampa o appelli di giurisdti democratici, ma grazie all’acribia di 27 cittadini elettori. Ieri si è discusso al Tar Lombardia sede di Milano il ricorso contro il lombardellum, che se accolto farebbe perdere la maggioranza assoluta al centro-destra. Anche in questo caso assenza politica totale del PD, ma anche della lista civica Ambrosoli e dell’M5S. Perché? Si deve capire che il problema è politico e giuridico. Tra le forze politiche che gridano agli attentati alla Costituzione, ci sono quelle che non hanno mai voluto attuarla negli articoli 39 sui sindacati e 49 sui partiti politici. Sono le stesse forze politiche che nella commissione dei saggi-esperti hanno infilato professori come Guzzetta, Zanon e Caravit difensori del porcellum e Ceccanti autore di una legge elettorale europea che in Germania non avrebbe superato il vaglio di costituzionalità.
No, Guzzetta non è nella Commissione degli esperti e non è neppure un difensore del Porcellum. Anzi, fu tra i promotori del referendum
anti-Porcellum. Mi preoccuperei di più della presenza di Violante (e dell’ignoranza comprovata di molti altri). No, la Grundgesetz è stata
portata di peso nella Germania ri-unificata ed è ora la vera e propria Costituzione ufficiale.
Basta vedere chi era costituito davanti alla Corte Costituzionale nel gennaio 2008 per difendere il premio di maggioranza alla lista più votata: Guzzetta come promotore di quei referendum, e come suoi avvocati Caravita e Zanon; se poi ha cambiato idea meglio, ma il referendum giustamente non ammesso con la sentenza 13/2012 era un referendum truffa.
Lo scopo dei promotori politici, non di Guzzetta, era di farlo ammettere e provocare così lo scioglimento anticipato con il porcellum.
Comunque ho forti riserve su modificazioni costituzionali frutto di “esperti lottizzati” e parlamentari nominati.