Chi ha a cuore il pluralismo religioso non può non gioire dinanzi alle dichiarazioni e ai gesti di papa Francesco al riguardo. In particolare è degna di nota l’attenzione del vescovo di Roma per le comunità evangeliche: dai valdesi, presenti nelle nostre terre da secoli e secoli, ai pentecostali, che comprendono migliaia di immigrati. D’altro canto come non chiedersi perchè i mass-media e altri soggetti della vita nazionale quasi ignorano tali realtà. E perché volgono lo sguardo verso di esse solo come conseguenza del mutato atteggiamento della Chiesa cattolica.
Il problema, ridotto all’osso, è infatti questo: la pluralità delle Chiese e delle sensibilità religiose in Italia è un fatto. Un fatto che non può essere ignorato se si vogliono comprendere ad esempio i fenomeni legati all’immigrazione. Eppure si tratta di mondi a loro modo sommersi, tagliati fuori dallo spazio pubblico. E la discrepanza fra il paese reale e la sua rappresentazione in tale spazio rende la nostra democrazia più vulnerabile e la nostra libertà più fragile.