Una volta tanto si può essere d’accordo con Fukuyama: la “Fine della storia” non c’è stata, ma meritano la massima attenzione le considerazioni sul sistema politico americano che, ad urne aperte, ha pubblicato sul Corriere di oggi.
Nel chiedersi se “la divisione 50-50 rappresenta una marcata polarizzazione nella società americana”, Fukuyama afferma che invece essa è il “sottoprodotto di un sistema politico disfunzionale che amplifica le fratture invece di ridurle” (tanto che “il Congresso è molto più polarizzato della gente in generale”), ed auspica riforme istituzionali tali da “trasformare una divisione 50-50 in qualcosa più simile a una distribuzione 25-50-25”.
Anche in Italia il sistema politico è disfunzionale, ed “offre molte opportunità alle minoranze fortemente schierate di bloccare gli esiti indesiderati senza dover offrire alternative realistiche”. Ne tengano conto i nostri legislatori, i quali, uniti nel festeggiare la conferma di Obama, si stanno scannando sulla riforma elettorale senza chiedersi se anche da noi il pullulare di “minoranze fortemente schierate” non sia il sottoprodotto del bipolarismo introdotto a forza vent’anni fa.