Per quale bizzarro motivo un parlamentare della Repubblica italiana, catapultato in Transatlantico senza uno straccio di voto, dovrebbe collaborare, per giunta con spirito propositivo, alla redazione di una legge elettorale destinata a condannare la sua personalissima ascesa? Fossimo di fronte a indomiti campioni di virtù civica, non avremmo dubbi: se l’Italia chiama, gli onorevoli rispondono. Ma la realtà è ben diversa, anzi, è lapalissianamente contraria: Razzi non è l’eccezione, è la media.
Si moltiplicano a vista d’occhio gli esempi negativi di una politica sempre più distante dai disagi della gente e sempre più intenta a “tirare a campare per non tirare le cuoia”. Dalle mutande verdi alla frode fiscale, dalle creme per il viso agli introvabili numeri di Diabolik (eletto, con buona ragione, vate supremo), dalle ostriche alle auto familiari, senza dimenticare le fortuite coincidenze sismiche. E’ l’Italia del “chiagni e fotti”: con meno lacrime, buone per la De Filippi, ed uno stormo di inquisiti.
Politici che dovrebbero curare l’interesse della collettività vengono pizzicati al telefono mentre esultano per le dimensioni catastrofiche di un terremoto. Una città piange i suoi morti e nel palazzo non mancano le accorate preoccupazioni: bada bene, se non ci arricchiamo ora, non ci arricchiamo più. Sublime manifesto di un decadentismo morale avvilente, indecorosa oscenità che coincide (vogliamo dirlo?) con un’indegna azione di sciacallaggio istituzionale. In un paese che viaggia alla rovescia, inseguendo la luce in fondo al tunnel per passare dal coma alla morte civile, in una siffatta realtà si sollevano obiezioni di principio sulla legittima partecipazione di Forza Italia alla stesura della legge elettorale, una partecipazione preannunciata dall’era mesozoica, quando il globo era abitato da cefalopodi e da montiani. Un coro di prefiche storce il naso se l’alleato coccolato sino a ieri torna in auge, e giù a triturare il rottamat(t)ore Renzi perché vuole – ohibò – condividere le regole della partita con le opposizioni. Altro jingle, altro giro, altro valzer: mettetevi comodi, prendete posto, la Costa Concordia vi augura buon viaggio.
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