La controversia sul metadone dura da qualche decennio. I proibizionisti lo vedono come il fumo negli occhi. Non solo perché, abbastanza correttamente, lo considerano un mero surrogato dell’eroina. Soprattutto perché intravedono nella sua somministrazione un’anticipazione di quella procedura dolce e graduale della disintossicazione per cui si battono gli antiproibizionisti.
Comunque la si pensi, però, non si può dire che Renzi stia somministrando metadone, come invece ha detto Enrico Letta: non lo somministra ai suoi parlamentari, a giudicare dall’acuta crisi d’astinenza in cui sono caduti quanti, come Rosi Bindi, temendo di non essere ricandidati vogliono “lasciare il segno”; e non lo ha somministrato neanche ai sindacati, ai quali semmai qualche dose l’hanno fornita i parlamentari di cui sopra, procedendo per esempio alla castrazione chimica della riforma della scuola, come denunciava ieri sul Corriere Claudia Voltattorni.
Che poi Renzi spacci metadone al pubblico generico sembra un’enormità. Se proprio di spaccio lo si vuole accusare, si lascino stare gli oppiacei e si passi semmai agli alcaloidi: altrimenti, fra l’altro, non si capirebbe perché c’è chi, forse velleitariamente, pensa addirittura di costruire una “coalizione sociale” per reagire alla sua aggressività.
Una cosa comunque è certa: metadone sì o metadone no, non si è mai sentito di uno che si sia disintossicato con la camomilla.
Mi piace l’ironia e la condivido, sia sul metadone che sulla camomilla. Ma, fatti i sorrisi – più o meno agri – che vanno fatti, mi sembra che la situazione del PD sia molto seria, gli scontri siano durissimi senza che si capiscano, per altro, gli obiettivi politici. Si capisce benissimo che il numero di quelli che vogliono liquidare Renzi, almeno fra i dirigenti di più lungo corso cresce a dismisura: Ormai non ci sono solo gli exPci. Dopo la sortita congiunta di Letta e Prodi ci sono anche campioni doc della tradizione cattolico-democratica e democristiana. Se non altro, questa complicazione fa perdere di consistenza all’accusa che individuava in Renzi “il democristiano”. Se altri democristiani (aggiungo anche Rosi Bindi) lo vedono come il fumo negli occhi non basta più considerare Renzi “democristiano” per definirlo. Se penso a chi è stato capace in passato di raccogliere altrettanta contemporanea ostilità da parte del Pci e della sinistra DC mi viene in mente solo Craxi. Ma non voglio fare accostamenti azzardati e che qualcuno potrebbe considerare perfino offensivi. Solo, lasciate che mi diverta un po’ anche io.
E vai col metadone… non ne posso più della sinistra residuale, che si indigna perchè c’è uno al comando del partito e del governo (novità inedita e sorprendente).