Mi perdonerete, ma un certo mio stagionato e censurabile maschilismo è emerso incontenibile osservando l’altra sera in Tv la Lilli Gruber che tentava di ottenere risposte dalla neo onorevole grillina, Marta Grande.
“Com’è carina”, ho detto a mia moglie suscitando l’ovvio fastidio della consorte.
Poi ascoltando la Gruber che tentava di ragionare sui possibili sviluppi della situazione politica cercando di trarre qualche indicazione da colei che viene ritenuta come una ‘promessa’ grillina, candidata in pectore alla presidenza ‘eventuale’ di Montecitorio, ho anche aggiunto: “Ecco come due lauree e un master non contino nulla perché questa è un’analfabeta civile. Insomma ne sa più tua madre ottantasettenne analfabeta ‘vera’ di democrazia e di politica, che questa giovane brillante plurilaureata venticinquenne. La vita vera, vale più della scuola. Di questa scuola, dove evidentemente non si insegna più neppure l’educazione civica”.
Difatti, alle domande circa le scelte da compiere per la “governabilità” dell’Italia, per l’eventuale “fiducia” e per gli indispensabili programmi di “governo”, la neo onorevole rispondeva col mantra grillino: “Noi pensiamo alle idee”. Aspetta, la carina, che sia Grillo a dirle cosa deve pensare.
Morale machista: dietro un bel faccino, niente.