Devo essere sincero. Alla Crimea ed alle volte che essa ha incrociato la storia dell’Italia mi ha fatto ripensare giovedì sera Maurizio Crozza: “Questa Crimea che è dai tempi di Cavour che ci scassa i c……i”. Ed in effetti è vero. Non la satirica “scassatura”, per carità, ma il fatto che le vicende della penisola del Mar Nero si siano in quell’epoca intrecciate con quelle italiane.
Siamo nel 1855. Francia, Gran Bretagna e Turchia sono impegnate dal 1853 in una cruenta guerra contro la Russia zarista. Il “casus belli” era stato l’accordo raggiunto dalla Francia, a maggioranza cattolica, con la Turchia musulmana per il controllo dei luoghi santi della cristianità in territorio ottomano. L’intesa venne sconfessata dalla Russia ortodossa come insufficiente e pericolosa. Da qui parte il classico “tourbillon” interventista.
La Gran Bretagna, protestante, si schiera a fianco della Francia e della Turchia, anche per non dare troppo spazio nella Regione ai cugini d’Oltre Manica. L’Austria non invia truppe, ma mette a disposizione, principalmente degli Alleati anti-russi, la propria macchina diplomatica. Il Piemonte sabaudo, timoroso di un eccessivo avvicinamento all’Austria della Francia, invia un contingente di 18.058 uomini.
La guerra fu vinta dagli Alleati anti-zaristi. Ma non fu questo esito militare il risultato importante. Grazie a questo intervento infatti il Piemonte ottenne il diritto a sedersi al tavolo delle trattative di pace che si svolsero a Parigi nel 1856. Insomma, un vero riconoscimento internazionale per il piccolo Stato piemontese, embrione di quello che sarà, da lì a sessanta mesi, il Regno d’Italia.
Sono passati 158 anni. La Russia non è più un Impero, ma dal 1917 Repubblica, prima dei Soviet e dal 1989 Federale. L’ Ucraina è indipendente e contiene nel suo ambito territoriale la Repubblica Autonoma di Crimea. Ma la Francia e la Gran Bretagna sono ancora fra le massime potenze diplomatiche mondiali.
La Germania ha invece soppiantato in tale ruolo l’Austria, il cui Impero è stato smembrato dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale. Il Regno di Sardegna, nome ufficiale del Piemonte sabaudo, ha lasciato il posto all’Italia, prima monarchica, poi repubblicana.
E’ in questo quadro attuale che il nuovo leader italiano Matteo Renzi si è recato a Parigi e sta per recarsi a Berlino. Temi dei colloqui l’economia, ma avendo sullo sfondo ancora la Crimea. Speriamo che non debba partire un contingente di italici soldati, e che invece tutto si risolva con la stesura di una bella canzone: come nel 1898, quando da quelle parti, ad Odessa esattamente, Giovanni Capurro ed Edoardo Di Capua composero “O Sole mio” pensando alla patria lontana.
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