I parenti, come si sa, non si scelgono. Meno che meno le cognate. Il povero Giovanni Lo Porto, quindi, è incolpevole anche dell’ultimo supplizio che gli è stato inflitto: quello di un’arringa antiamericana ed antigovernativa pronunciata da una sua cognata a reti unificate.
Lui, probabilmente, non si sarebbe mai sognato di distinguere la sua sorte di italiano da quella del suo compagno americano, e forse neanche da quella dei suoi carcerieri: e non si sarebbe fatto invischiare nelle polemiche di bottega che si sono sviluppate di qua e di là dell’Atlantico.
Era lì dove ha trovato la morte proprio perché si era lasciato alle spalle sia il famiglismo piccolo-borghese che il chiacchiericcio politichese: ed avrebbe diritto ad essere rispettato innanzitutto per questo.
Sì, è stridente il contrasto fra la scelta di vita di Giovanni Lo Porto e il chiacchiericcio virtual-mediatico alimentato pure dalla cognata. Ed è stridente anche il contrasto fra tale chiacchiericcio e la tragicità dei fatti.