L’iperbole, come si sa, è una delle forme più efficaci della satira. Quando un argomento viene dilatato fino alle estreme conseguenze diventa talmente ridicolo da autofalsificarsi. Bisogna quindi essere grati al presidente Mattarella per il suo viaggio in tranvia da Firenze a Scandicci. D’ora in poi, infatti, sarà difficile prendere sul serio i contabili degli scontrini e gli ossessionati dalle “autobblù” che ormai da anni animano il dibattito pubblico nel nostro paese.
Una volta ci si accapigliava nelle dispute lessicali sul significato della parola “ideologia” (se “falsa coscienza” come sostenuto da Marx, o invece “falsa posizione” di una asserzione in sé corretta ma inconferente nel contesto in cui è prodotta, come dalla lectio weberiana) : ora, a giudicare l’autofalsificazione denunciata dal commento al curaro del Direttore, viene quasi da rimpiangere le vecchie falsità ideologiche. Quelle tradivano la verità in nome di un disegno o di una visione del mondo; questa tradisce solo un’immensa povertà di spirito.
Uno dei classici meccanismi di difesa dall’angoscia è lo spostamento: spostare su questo o quell’oggetto o fenomeno timori e ansie che hanno altrove la propria origine. Ecco: negli ultimi decenni più e più volte si è pensato di risolvere ogni problema in maniera quasi miracolosa con un semplice atto (dalla sconfitta di Berlusconi all’eliminazione delle “autobblù”). A riprova che non è facile convivere con la complessità dei fatti e delle situazioni.