“Il centrosinistra / è un grande governo / voluto da Nenni / e dal Padreterno”, stornellavano i militanti di Potere operaio nel ’68: i quali peraltro, sapendo che il Padreterno parlava “una lingua vicina all’inglese”, chiudevano la strofa con un ritornello bellicoso (“E noi diciamo morte al padrone / bandiera rossa, rivoluzione”).
La sinistra di allora, cioè, non nascondeva la sua ostilità al governo di Nenni e del Padreterno (e come sappiamo non si trattava solo di Potop). E del resto il Padreterno e Nenni non temevano di avere nemici a sinistra.
Ora invece nel politichese corrente “centrosinistra” è diventato un termine alternativo a quello di “partito della nazione” (per esempio per Miguel Gotor, che mette a confronto i risultati di Cagliari con quelli di Roma, Milano e Napoli). Ed il partito della Nazione peraltro,è già abortito, perché incapace di intercettare gli umori della “gente” ed attento solo a intercettare i voti parlamentari di Alfano e di Verdini, come ha scritto Ernesto Galli della Loggia sul Corriere di martedì.
Sarebbe però bastato che in campagna elettorale il Pd non usasse a sua volta il politichese perché i risultati fossero diversi da quelli che sono stati, e non dovessero essere interpretati col bilancino dell’Istituto Cattaneo. Lo ha dimostrato ieri Francesco Totti (non considerato in genere un’arca di scienza) col “cucchiaio” col quale ha scavalcato la difesa dei 5 stelle ed ha fatto gol su un punto non proprio secondario per chi del “programma per Roma” aveva fatto la sua insegna esclusiva.
Ma perché il Pd non ha usato l’argomento delle Olimpiadi in campagna elettorale? Probabilmente per non turbare quelle porzioni del proprio stesso elettorato che ancora non vogliono nemici a sinistra, e sono sensibili al mantra politicamente corretto che identifica la  “sinistra” col “non fare” (per tutelare l’ambiente o per difendere la legalità dalle insidie degli appalti). E pazienza se a Milano – dove i no-Expo erano già stati zittiti da Pisapia, e Sala e Parisi si sono potuti confrontare sul dopo Expo – i 5 stelle sono ridotti al lumicino. E pazienza anche se così si rende un pessimo servizio al grande governo voluto da Renzi e dal Padreterno.