Sul Fatto Quotidiano di oggi Nando dalla Chiesa si augura che la testimonianza del “pentito” Francesco Onorato sulle responsabilità di Craxi riguardo all’assassinio di suo padre “non diventi la nuova ‘verità inconfessabile’, il nuovo ‘mistero’ della storia repubblicana a cui si affezionano, ‘a prescindere’, giornalisti o giallisti di mafia”. E ricorda che Craxi “sostenne con convinzione” l’invio di suo padre a Palermo, “al punto che il nuovo prefetto venne visto dalla parte più compromessa della Dc come colui che aggredendo il sistema mafioso avrebbe oggettivamente squassato il potere democristiano in Sicilia a vantaggio del Partito socialista”, fino ad essere definito “il cavallo di Craxi”. Senza dimenticare “che fu proprio Bettino Craxi, visibilmente provato anche emotivamente da quel che era accaduto”, a difenderlo “dai pubblici furori” che seguirono le sue denunce “della matrice politica del delitto”.
A nostra volta ci auguriamo che almeno i redattori del Fatto leggano il loro giornale fino alla fine (l’intervento di dalla Chiesa è in penultima pagina, mentre in prima campeggiano rivelazioni sulla nonna di Matteo Renzi), e non vogliano annoverarsi fra i giallisti di mafia “a prescindere”.
Quanto al processo, se tutti i testimoni di cui dispongono i Pm sono di questa risma, c’è da rallegrarsi della decisione di Napolitano di rispondere positivamente alla convocazione del Tribunale: ci sarà almeno un testimone degno di questo nome.