I Nebrodi, nella provincia di Messina, sono storicamente nel ‘900 una delle zone della Sicilia segnate da significative lotte contadine e bracciantili condotte da esponenti della sinistra e del sindacato, e hanno rappresentato una vera e propria fucina politica e sociale. E tra le figure di maggior spicco della politica nel dopoguerra nella zona dei Nebrodi spicca certamente quella di Aldino Sardo Infirri, scomparso all’età di ottantasei anni nel luglio del 2012. Deputato regionale del Psi per tre legislature, dal 1976 al 1991 (eletto per la prima volta nel Collegio di Messina con 40.153 voti di preferenza su 66.612 di lista, pari al 60,28%), brillante ingegnere, fu anche sindaco amatissimo di Castell’Umberto sui Nebrodi per trent’anni, oltre che vicesegretario del Partito socialista a Messina. E proprio come sindaco del comune nebroideo Sardo Infirri realizzò con un impegno appassionato un’importante azione amministrativa, riuscendo a cogliere le domande collettive dei cittadini e a trasformarle in concrete realizzazioni sociali ed economiche che modificarono profondamente l’assetto sociale ed economico del Comune, con significativi esiti di modernizzazione, i cui segni sono visibili ancora oggi.
Con la sua sindacatura nel centro nebroideo vennero attivati numerosi posti di lavoro ed edificate molte opere pubbliche, una fra tutte la piscina comunale. In questo senso Sardo Infirri deve essere iscritto nel quadro della lunga e prestigiosa storia del socialismo italiano: di quell’esperienza di impegno politico che si definisce “socialismo municipale”. Si tratta di un modello di governo degli enti locali che nel ‘900 ha visto il protagonismo di uomini come Giacomo Matteotti ed Emilio Caldara, nel quadro di un riformismo praticato sul campo, con significativi risultati di promozione sociale, di produzione e di redistribuzione della ricchezza: paradigmatici “laboratori” socialisti che diedero inizio ad un modello culturale, politico e amministrativo caratterizzato da un forte tessuto associativo, da virtù civiche e capacità organizzative, da un’attenzione alla cittadinanza che si declinò in forme avanzate di welfare locale. E proprio ai temi dello Stato sociale Sardo Infirri dedicò un’attenzione significativa, in primo luogo a quelli della sanità pubblica e della salute dei cittadini sul territorio.
Nel 1983, allorquando il suo conterraneo Santi Nicita diventò presidente della Regione, Sardo Infirri fu nominato assessore regionale alla Sanità, incarico che mantenne nei successivi tre governi, uno guidato da Modesto Sardo e gli altri due da Rino Nicolosi. In questi ultimi tre esecutivi, dal 1984 al 1987, l’esponente socialista messinese divenne vicepresidente della Regione, non perdendo mai il gusto dell’elaborazione culturale, specie nel filone del socialismo liberale, per coniugare le libertà politiche con l’equità sociale nell’ambito di una visione laica delle istituzioni pubbliche, ma mai animata da anticlericalismo e al contrario dialogante con l’umanesimo cristiano.
La sua brillante carriera politica venne toccata negativamente il 18 maggio 1995, quando fu arrestato nell’ambito della cosiddetta “tangentopoli nebroidea”. Destò scalpore il modo con il quale Sardo Infirri fu arrestato, con l’arrivo di un elicottero dei Carabinieri: ma successivamente il deputato umbertino venne completamente assolto, ottenendo il risarcimento per ingiusta detenzione (a riprova dei guasti prodotti dal sensazionalismo giudiziario), e soprattutto la restituzione dell’immagine di amministratore e politico galantuomo.
Aldino Sardo Infirri può essere definito un simbolo del socialismo, della sinistra e della politica siciliana, e ha lasciato un’eredità importantissima per tutto il territorio e per il suo Comune. Il figlio Franco, ingegnere anch’egli, assessore comunale a Castell’Umberto, e la nuora Cinzia Tascone, architetto, hanno preso in mano il testimone politico e umano di Sardo Infirri, sempre nel solco del suo umanesimo socialista. A distanza di due anni dalla sua scomparsa, nel luglio scorso, il Comune di Castell’Umberto lo ha ricordato con una cerimonia – conclusa dall’intervento del regista e scrittore Melo Freni – a cui hanno preso parte parenti ed amici nonché un vasto pubblico, a testimonianza di quanto Sardo Infirri fosse stato amato dai cittadini.