Avevamo già in bozze il numero di marzo della rivista quando le restrizioni imposte dall’epidemia ne hanno reso problematica la pubblicazione. Usciremo quindi ad aprile con un numero doppio, auspicando che quest’anno la Pasqua sia davvero di resurrezione. Intanto viviamo la Quaresima, che ha la stessa radice (e, speriamo, la stessa durata) della quarantena, e che quest’anno ci obbliga a sostituire le relazioni on line a quelle fra persone in carne ed ossa.

La Quaresima peraltro non è solo penitenza: è anche spazio per la riflessione e gli esercizi spirituali. In questo caso per ragionare su un’attualità che fa premio sulla teoria: e d’altronde non potrebbe essere diversamente, vista la qualità delle teorie finora in circolazione. La fine della seconda Repubblica coincide con una tempesta perfetta determinata dall’irrompere della realtà nello scenario di cartapesta allestito dopo il voto del 2018: e la miseria dell’offerta politica corrente è lì a dimostrarlo.

Nessuno poteva prevedere che il virus avrebbe convinto legioni di no vax a pendere dalle labbra del primo virologo di passaggio, ma avrebbe anche mandato in soffitta anni di chiacchiere sulle “autonomie differenziate”, lasciando Fontana a giocare con la mascherina e Zaia con i topi vivi: fino addirittura a vedere lumbard respinti dai negher come se scendessero da un barcone invece che da una nave da crociera. Mentre era invece prevedibile fin dal giorno del giuramento che l’insipienza e l’inettitudine di un ministro della Giustizia avrebbe scatenato quello che ha scatenato nelle carceri.

Anche per questo abbiamo rinnovato il nostro sito, per renderlo più accogliente e più facilmente accessibile: fermo restando che noi restiamo affezionati alla nostra edizione cartacea, benché disguidi di vario genere ne rendano ancora troppo lenta la distribuzione (e di questo ci scusiamo con gli abbonati). Il nostro impegno, anche con il nuovo sito, sarà quello di farci guidare dalla realtà per contribuire a dare vita ad un’offerta politica nuova, auspicabilmente con la partecipazione attiva dei nostri lettori. E ci sarà tutto il tempo per farlo, visto che è prevedibile il rinvio all’autunno delle scadenze elettorali in programma nella primavera, referendum compreso. Senza dimenticare che, in attesa di tagliare gli eletti, ci siamo portati avanti col programma tagliando gli elettori: alle suppletive di Napoli il 10% degli aventi diritto, il 17% a quelle di Roma, il 14% in Umbria. Meno, probabilmente, di quanti cantano dai balconi alle sei di sera.

E’ il momento, insomma, di attivare il tasto reset: e può perfino darsi che gli italiani, costretti in questi giorni a cambiare i propri criteri nella gestione della vita quotidiana, colgano l’occasione per cambiarli anche nel partecipare alla vita politica e sociale. Magari anche per verificare se la “grazia di stato” ha contagiato leadership finora malferme in seno alla compagnia di saltimbanchi che ha occupato le istituzioni negli ultimi anni.

Luigi Covatta