Non ci vuole un’aquila per capire che il Governo Meloni, pressato dalla necessità di mostrare qualche risultato immediato a un elettorato che aveva avuto promesse molto diverse, ha impegnato una parte importante dei suoi primi cento giorni nell’organizzare operazioni di distrazione di massa. Ma non sarà male ricordare le tre principali, per vedere chi volevano colpire, come sono finite e quale senso se ne ricava complessivamente.

La prima si è avuta mentre il Governo si presentava alle Camere per ottenere la fiducia, e ha avuto come protagonista il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Parliamo del decreto-legge sui “rave”, approvato mentre i supposti sovversivi che a Modena avevano appunto organizzato un rave-party si erano già messi d’accordo con l’autorità di pubblica sicurezza e stavano disciplinatamente sgomberando l’area occupata illegalmente. Il decreto era perciò sproporzionato non solo perché si riferiva a una serie indeterminata di casi in violazione di diritti di libertà garantiti dalla Costituzione, ma anche perché adoperava un atto con forza di legge per colpire atti che già potevano benissimo venire repressi in base alla legislazione in vigore, e addirittura lo erano già stati. Alla fine la prima versione del testo è stata sostituita da un’altra, che viola meno gravemente (ma viola) alcune garanzie costituzionali.

Seconda operazione: l’attacco alle navi delle ONG che salvano migranti nel Mediterraneo. Qui il Governo ha ripreso la linea del Ministro dell’Interno Salvini (Governo Conte I), del quale era del resto Capo di Gabinetto l’attuale Ministro Piantedosi. L’attacco è partito come allora dall’accusa gravissima di prendere i migranti sulle navi in combutta coi trafficanti, e si è concretizzato nel divieto di sbarco sulle coste italiane per una manciata di giorni, seguito dall’annuncio di autorizzare lo sbarco in porti molto lontani da quelli di prima accoglienza (cosa avvenuta effettivamente in pochissimi casi), seguito dal varo di una normativa che non prevede nemmeno questa misura. A differenza del rave, la questione è molto grave, e coinvolge la responsabilità degli altri Stati membri dell’Unione europea e della stessa Unione, che poco o nulla fanno per distribuire equamente i migranti. E’ una storia nota, che può essere affrontata solo dando prova di una buona capacità e attendibilità politica, che sono mancate per varie ragioni a tutti i governi degli ultimi anni. Ma l’ultimo si è distinto per il fatto di lanciare accuse non provate alle ONG, di tornare a fare la faccia feroce coi migranti, e di accusare la Francia di danneggiare l’interesse italiano. Tutte cose controproducenti per cominciare una seria trattativa politica. Se aggiungiamo l’altro dato noto, per cui gli sbarchi da navi ONG raggiungono appena 1/10 del totale, e che la quota restante di migranti viene salvata dalla guardia costiera italiana, possiamo cogliere in pieno il misto di improvvisazione e di mala fede che caratterizza la politica del governo in materia.

La terza operazione di distrazione di massa è consistita nell’accusare i parlamentari del Partito democratico che avevano fatto visita al detenuto Cospito di un’oscura manovra di combutta coi mafiosi per chiedere l’abrogazione dell’art. 41bis della legge sull’ordinamento penitenziario, che disciplina come è noto il “carcere duro”. L’accusa è in sé gravissima, tanto da aver posto le premesse per istituire un Giurì d’onore in Parlamento oltre che di denunce alla magistratura. Ma lo è ancora più per il fatto di provenire dal vice-presidente del COPASIR, ossia il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, sulla base di un’informativa resagli dal Sottosegretario alla Giustizia. Non c’è bisogno di andare oltre nell’illustrare il caso, dilagato su tutti i mezzi di informazione. Voglio solo far notare che anche questa è un’operazione di distrazione di massa, concepita scientemente come un fake per costruire nemici del popolo o dell’Italia e distogliere nello stesso tempo l’attenzione da problemi che non si ha né la forza né la capacità di affrontare.

Questi nemici immaginari sono in genere i reietti della società “ufficiale” (centri sociali, migranti). Altre volte il bersaglio è il maggior partito di opposizione, colto nel momento di massima debolezza della sua complicata esistenza. Questa, lo sappiamo, è un’altra storia. Ma il bersaglio, in ogni caso, rimane molto comodo.