I francesi rischiano di essere uccisi in un teatro o in un ristorante, gli italiani (per ora) no; e visto che il Califfo non è ancora arrivato a piazza San Pietro, per non essere da meno debbono accontentarsi delle più silenziose e impalpabili polveri sottili: per di più, per non farsi mancare niente, possono imbastire anche polemiche “politiche” sul fenomeno atmosferico.
Matteo Salvini probabilmente non sa che quando Milano era davvero “un gran Milan” la nebbia era una “belèssa” che andava “giò per i pulmun”, irrespirabile soltanto per i terroni. Ma chi è veramente impagabile è Beppe Grillo, che incrociando arditamente dati demografici e dati meteorologici accusa Renzi e Pisapia di “passeggiare incuranti sui cadaveri di 68.000 italiani” (i decessi in più che, secondo l’Istat, si sono verificati nel 2015 rispetto al 2014).
Si potrebbe classificare questa affermazione nella categoria dello sciacallaggio, purtroppo molto frequentata negli ultimi tempi: o anche in quella delle scempiaggini, altrettanto frequentata ma ancora non sufficientemente valorizzata. Più interessante è invece osservare che l’antipolitica si nutre in realtà di iperpoliticismo: a chi verrebbe in mente infatti, se non ad un incallito giacobino, che la politica può governare anche l’atmosfera?