di Cesare Pinelli
Abbiamo letto tutti da varie parti che la pandemia è paragonabile a una guerra, e che proprio in queste circostanze gli italiani danno il meglio di se stessi, con solidarietà e altruismo. Penso che un racconto del genere non sia sbagliato ma parziale: ci si dimentica di quelli che – sempre nelle crisi più nere – si comportano esattamente all’opposto, cioè da sciacalli. E a dire il vero stiamo già vedendo all’opera gli uni e gli altri. Il fatto è che sono proprio agli antipodi. Credo che Pupi Avati ne abbia fatto un ritratto insuperabile ne “La seconda notte di nozze”, dove si vede uno che alla fine dell’ultima guerra smina i campi vicini a una masseria per salvare i contadini che ci andavano a zappare: e un altro che non metaforicamente si vende la madre per strada. Davvero non saprei dove altro l’opposizione fra tipi umani sarebbe così netta.
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