L’istituzione dei senatori a vita, come il CNEL, inseriti nella Costituzione sono, a mio parere, il residuo del Senato di costituzione regia, che permetteva anche la nomina di scienziati, intellettuali, artisti (come di fatto avveniva) e per il CNEL del corporativismo (governo- sindacati).
Dice la Costituzione: “E’ Senatore di diritto a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare Senatore a vita 5 cittadini che hanno illustrato la patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Non c’è traccia di meriti “politici”.
Lo spirito della norma era, evidentemente, quello di inserire personalità estranee alla politica e perciò quando il Presidente Pertini (credo) nominò senatore a vita il Senatore Fanfani aprì la strada ad una violazione dello spirito della norma che portò fino a giungere alla nomina quasi esclusivamente di politici con conseguenze anche gravi, come fu evidente quando il Governo Prodi in minoranza al Senato resse con i voti dei senatori a vita che in tal modo rovesciarono il risultato elettorale. Ciò non è ammissibile.
Ora si torna a parlare sui giornali insistentementedella nomina di nuovi senatori a vita e si fanno i pronostici: Prodi, Pannella e così via.
Non credo che il Presidente si accinga a farlo anche perchè nella riforma costituzionale è prevista la soppressione del Senato attuale e la fine del bicameralismo perfetto e la nascita di un senato delle autonomie senza i poteri legislativi della Camera.
Come si inquadrerebbero in questo nuovo Senato i Senatori a vita? Si dovrebbero nominare Deputati a vita? E’ evidentemente aberrante.
Serve perciò la totale eliminazione anche perchè non ci sono esempi in altre democrazie di questa istituzione.
Per quanto riguarda il consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro la costituzione lo pone come “organo ausiliare” all’Art. 99: ” Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa. E’ organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e le funzioni che li sono attribuite dalla legge. Ha l’iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della Legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge”.
E’ evidente che queste funzioni non sono state esercitate (mi sembra di ricordare che in tutto il periodo della sua vita il CNEL ha presentato soltanto due disegni di legge). Non è un organo democraticamente eletto. Praticamente i nomi, i rapporti di forza, le valutazioni di qualità sono nelle mani del Governo. E’ un organo che in pratica fa studi, convegni, anche eccellenti che però non richiedono un organo costituzionale. E’ semplicemente obsoleto. Mi sono sempre stupito perchè nessuno, in tempo di riforme costituzionali e di semplificazione della macchina dello stato e anche di economie, non si sia mai posto il proposito della sua cancellazione, neppure oggi nel pieno della crisi.
Forse la ragione è che serve a collocare molte personalità in declino in una “nobile” struttura e personalità delle “categorie produttive” imprenditoriali e sindacali di tutti i partiti.
Credo che sia ora di deciderne la soppressione.