Alla vigilia di Natale ci voleva il Papa per metterci in guardia contro “l’Alzheimer spirituale” di chi “perde la memoria” e vive in “uno stato di dipendenza dalle sue vedute spesso immaginarie”, fino a cadere vittima del “terrorismo delle chiacchiere”. D’accordo, Francesco parlava ai vescovi curiali: ma mai come in questo caso la Curia romana può essere considerata specchio del paese in cui opera (e che in gran parte la esprime).
Il terrorismo delle chiacchiere affiora (e colpisce) in ogni pagina di giornale, in ogni battuta di talk show, in ogni docufilm che mescola storia e leggenda: ed approfitta dell’Alzheimer spirituale che ci affligge per convincerci di essere vissuti per settant’anni sotto il dominio della mafia, della corruzione e di altre forme di malaffare.
E’ il brodo di coltura di un’altra delle malattie segnalate dal Papa, “la schizofrenia esistenziale”: quella per cui si gode nel privato dei frutti (abbondanti) di stagioni politiche peraltro esecrate in pubblico. Quella, cioè, che considera il welfare ereditato – completo di pensioni pagate a debito, di sanità pubblica universale, di scolarizzazione di massa, dello stesso articolo 18 – come un dono del Cielo (o un “diritto naturale”, che è lo stesso), e non come il risultato di conflitti politici e sociali animati dagli stessi attori altrimenti deplorati come mafiosi e corruttori.
Perciò oggi chi vuole adeguare ai tempi nuovi le riforme di cinquant’anni fa deve guardarsi innanzitutto dall’Alzheimer spirituale: perché un popolo senza memoria guarda al futuro senza speranza. Grazie, papa Francesco, e buon Natale.