Fa impressione che in un mondo pieno di indignati, ribelli ed arruffapopoli sia piaciuta tanto la mamma che ha preso a schiaffi il figlio mentre manifestava per una giusta causa. Non mancheranno i freudiani della domenica in grado di spiegarci che la pulsione ribellista nasce da un inconscio desiderio di autorità. Ma chi ha frequentato Freud anche nei giorni feriali non può non interrogarsi sulla contraddizione. Magari per concludere che gli indignati, i ribelli e gli arruffapopoli sono meno di quanti ce ne vogliono far vedere i media.
Meglio così. Ma nel merito anche un mite riformista fa fatica ad accettare l’etica piccolo-borghese che ha ispirato il gesto della chioccia di Baltimora. “Se ben che siamo donne/paura non abbiamo”, cantavano le mamme di una volta, che per amor dei loro figli in piazza ci scendevano loro: forse perché avevano “delle belle e buone lingue”, e non avevano bisogno di allungare le mani su figli che guardavano oltre la punta del proprio naso per inseguire il sogno di un mondo migliore. E meno male che la mamma di Martin Luther King non era di Baltimora.