Di solito si guarda a Pietro Ingrao soprattutto in rapporto al Pci e alle sue dinamiche interne. Occorrerebbe forse interrogarsi ancor di più su ciò che “l’acchiappanuvole” ha rappresentato per l’insieme delle forze della sinistra italiana. Credo infatti che quella “ingraiana”, prima di essere un’area o addirittura una corrente di partito, sia ancor di più una spinta individuale e collettiva al cambiamento. L’ingraismo, in senso lato, come anelito di libertà.
Anelito, però: non realizzazione compiuta di sogni e progetti. Pertanto si tratta di un ingrediente irrinunciabile per la sinistra, per tutta la sinistra, in ogni sua articolazione. In ciò non mi ritrovo con quel che ha scritto Fabrizio Rondolino sul sito de l’Unità. Non si tratta di semplice attitudine al dissenso, per di più sterile e fine a se stesso, bensì di uno slancio e di un tentativo.