È sempre forte la tentazione di considerare nuovi problemi irrisolti del passato. Già negli anni ’80 gli osservatori notavano come nel Pci convivessero tre anime: comunista, socialdemocratica, liberale. E già allora mancava “l’amalgama”. I Ds addirittura nacquero, almeno sulla carta, dalla confluenza di più soggetti cofondatori: e l’amalgama?
Insomma: il problema non inizia col Pd. Anzi; una delle molle che spinsero a dar vita al nuovo partito fu il tentativo di unire gli innovatori, i più coerenti riformisti di Ds e Margherita.
Come insegnava Michel Foucault, spesso, più che prodursi qualcosa di nuovo, si ha un movimento incessante che porta al centro ciò che era ai margini e viceversa. Per anni il dibattito interno al centrosinistra ha ruotato intorno alla dialettica D’Alema-Veltroni e al confronto con gli eredi di Dossetti. Quanti sapevano ad esempio davvero del cattolicesimo liberale, di Beniamino Andreatta, dell’Arel? Eppure quello era il mondo del numero due del Pd. Ora tutto ciò è sulla bocca di molti.
E se tutti sanno che Guglielmo Epifani ha guidato la Cgil, non pochi ne ignorano la provenienza dal Psi. Per la prima volta, perciò, la maggiore forza del centrosinistra sarà forse retta da un uomo di matrice socialista.
In realtà, seguendo la logica delle “cordate”, delle aree interne, delle subcorrenti, del potere del notabilato locale di partito, le carte in questi anni si sono più volte mescolate, per così dire. È al livello del “metaprogramma”, come direbbe Franco Debenedetti, che è mancato l’impasto. Manca ancora, non mi stancherò di ripeterlo, quella koinè liberale sapientemente invocata da Michele Salvati, in nome magari di un nuovo lib-lib-lab. Fanno difetto lo sfondo, la comune visione delle cose. Senza i quali è poi difficile articolare un discorso pubblico, differenziarsi, discutere, trovare una forma organizzativa adeguata. Senz’altro però porsi il problema della “forma-partito” aiuta a scovare limiti e carenze.
Lavoro e libertà potrebbero rappresentare, ad esempio, i temi di fondo a iniziare da questo primo maggio, per provare ad andare oltre la semplice giustapposizione.