E la ragione della contesa non avrebbe fondamento
se si tenesse conto soltanto di quel che egli è ora”
Shakespeare, Giulio Cesare II.i.10.34

La RAI in occasione del trentennale della morte di Raul Gardini (Ravenna 7 giugno 1933-Milano 23 luglio 1993) ha mandato in onda, in prima visione e in prima serata, il docufilm “Raul Gardini. Era interessante notare come l’attore che impersonava l’imprenditore romagnolo non avesse la fisicità del tuffatore1, il suo sguardo diritto, il suo parlare chiaro quanto piuttosto un anziano che si esprimeva in modo retorico, lo sguardo rivolto al cielo, pieno si sé. L’interprete non era un romagnolo, poco male, ma recitava calcando sul tono dialettale, forzava l’accento e la gestualità. La difformità tra attore e Gardini balzava evidente quando ad una scena della finzione televisiva subito seguiva un filmato d’epoca. La differenza aveva qualcosa di eccessivo. Se l’intento era quello di ancorare la sceneggiatura ai fatti l’esito era controproducente. Una diversità non solo estetica ma della personalità. E si trattava di un docufilm dove la rappresentazione doveva riguardare il personaggio e avvenimenti a lui riferibili. Si potrebbe aggiungere che la recitazione di alcuni attori era mediocre, che la vicenda, certo molto complicata, non era ricostruita con chiarezza e soprattutto è stata offerta una raffigurazione di Gardini sgradevole, poco attinente. Quella tragedia si meritava una rappresentazione all’altezza e viene da interrogarsi su cosa possa aver contribuito a una messinscena, almeno ai miei occhi, così difettosa.

Nel numero di giugno dello scorso anno Mondoperaio ha pubblicato un mio articolo: Raul Gardinistoria di un outsider2, con il quale ho provato a ricostruire brevemente quella vicenda, a darne una lettura, ma nel mio scritto ho trascurato una questione fondamentale: l’invidia.

L’invidia per un uomo bello e intelligente, geniale, con una bella famiglia, un navigatore da Coppa America, che aveva raggiunto ricchezza e successo impareggiabili. L’invidia che albergava e alberga, almeno inconsciamente, nei cuori di provinciali con carriere dubbie, in borghesi senza smalto, in quei tanti che vivevano e vivono sicuri nei loro incarichi; come il Bruto di Shakespeare3 sapevano e sanno che i Gardini vanno ostacolati per tempo, messi sotto una luce opaca.

L’invidia è un sentimento tanto forte quanto perenne, non privo di conseguenze nell’agire, nel ricordare. Per questo nello scrivere analisi storiche e politiche non andrebbero mai trascurati gli umori che permeano gli avvenimenti.

Si può dire con Nietzsche, che l’invidia ha in sé il desiderio di abbassare al livello inferiore la supposta superiorità altrui. L’invidia un tempo era riconosciuta come tale: non c’è tradizione popolare che non la metta al centro dell’interpretazione di fenomeni avversi e che non si risparmi in formule scaramantiche e in amuleti variopinti. Ai nostri tempi non trova una puntuale riprovazione, è vista come una molla naturale che spinge ad una società egualitaria; una sorta di rivalità mimetica che porta a desiderare quello che l’altro ama. E’, invece, un elemento distruttivo, perché è amarezza per il successo del prossimo, sottile e perverso godimento del suo fallimento4.

Quei politici nostrani che non si curarono di un polo nazionale, e di rilevanza internazionale, della chimica, tanti opinionisti, alcuni moralisti in toga, alcuni soggetti che contrastarono l’attività imprenditoriale di Gardini erano, e rimangono, anche degli invidiosi. L’avevo trascurato anche se ai nostri giorni il fenomeno, il vizio capitale, dell’invidia dovrebbe essere più facilmente enucleabile: abbiamo avuto un partito di massa fondato sull’invidia nei riguardi di Mario Draghi.

1 L’epiteto era stato dato a Gardini per la sua bravura nel fare tuffi in mare ed è anche il titolo di un libro sulle sue vicende: E. Stancanelli, Il tuffatore, La nave di Teseo, Milano 2022.

2 Mondoperaio n° 6 del 2022, pagg. 27-31.

3 William Shakespeare, Giulio Cesare, Sansoni, Firenze 1964, pag. 594.

4 Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II, 36, 4 ad 3.