Agenda politica italiana
Il civismo italiano in chiave trans-territoriale va a congresso nazionale a Milano il 13 e 14 maggio
In alleanza nord e sud e aperto all’ambientalismo.
Un modello dal basso con allusioni programmatiche al Semaforo tedesco.

Il 13 e il 14 maggio è annunciato a Milano, al Palazzo delle Stelline, un congresso costituente (parola che appare abbastanza desueta nella politica del nostro tempo) che coinvolge il sistema del civismo in senso ampio progressista. Una realtà plurale e interessante che, sollecitata dalla continuità della crisi dei partiti e da contesti anche drammatici di evoluzione politica, mette in campo una ventina di liste di tradizione locale in un progetto “trans-territoriale” che parte dal nord e arriva fino al centro Italia (Umbria e Lazio).

Non è questo l’unico aspetto di novità dell’evento, rispetto a cui valgono per ora gli indicatori di risultato delle amministrative per quelle liste civiche in cui sono maturate nel corso degli anni convergenze di diversa provenienza (dai partiti della prima Repubblica, da associazioni di scopo, da specificità territoriali, da richiami al civismo storico, da difficoltà di rapporto soprattutto con il PD, da sfarinature di formazioni politiche della seconda Repubblica, eccetera).

Storie che in alcune città (tra cui Torino e Milano) hanno portato queste liste a consolidare rappresentanze nei governi delle città. Il dato medio nazionale è superiore a quello della lista dei piccoli partiti che affollano la fascia del non-decollo pur essendo portatori di posizioni originali e di leadership. Franco D’Alfonso, già assessore nella giunta Pisapia a Milano, è l’animatore principale al Nord, Giampaolo Sodano (già parlamentare socialista dopo essere stato direttore di Rai2) è l’animatore principale al Centro. Amministratori sperimentati – da Franco Tresso a Torino a Corrado Valsecchi a Lecco; da Laura Specchio e Silvia Fossati a Milano a Federico De Giuli, Patrizia Ghiazza e Paolo Verri in Piemonte; da Franco Barbabella e Andrea Sisti in Umbria a Carla Delpiano, Marco Russo e Ariel Dello Strologo in Liguria; – sono parte, insieme ad altri, di questo gruppo promotore.

L’altra novità è quella di incrociare – come una sorta di Teano non più a cavallo ma caso mai con accostamenti digitali – i radicamenti del movimento Mezzogiorno federato che, lanciato da Claudio Signorile, sostenuto da una giornale diffuso largamente al Sud, con le stesse caratteristiche di ricomporre storie di professionismo politico ma anche di partecipazionismo civico e professionale, si sta misurando con una prima prova-verità costituita dalle elezioni comunali a Palermo e poi quelle, piene di sorprese, della Regione Sicilia. Anche qui la non comprovata per ora aritmetica del consenso, assegna ipotesi di una certa consistenza di radicamento.

La terza novità è di avere questa convergenza Nord-Sud provocato – attorno ai segnali lanciati per primi di allusività rispetto all’esperienza del Semaforo tedesco (rosso inteso come sociale, giallo inteso come nuova economia dello sviluppo, verde inteso come agenda strategica della sostenibilità) – una certa breccia nella diaspora dei verdi italiani portando alla convergenza rispetto a quanto era già in movimento altri soggetti. Principalmente la rete Alleanza per la Transizione Ecologica (che è la continuità di impegno nel settore dell’ex ministro dell’ambiente Edo Ronchi) e il nucleo di Facciamo Eco rappresentato in Parlamento dall’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, uscito da M5S e da Rossella Muroni formatasi in Legambiente. Per la diffusa e credibile tessitura svolta nell’associazionismo ambientale, anche questo terzo snodo dell’alleanza conta su un pari equilibrio rispetto alle altre due componenti della convergenza.

E’ un progetto che nella sua più consistente novità – l’elaborazione di una trans-territorialità costruita sulla moderna cultura politica glocal (non casualmente Piero Bassetti è stato padre nobile della fase di analisi e confronto e sarà il presidente onorario del congresso costituente) – sta maturando attenzioni da chi – per esempio Giuliano Pisapia, oggi eurodeputato – ha già dedicato tempo (e qualche frustrazione) alla tessitura di un rassemblement che non parta solo da progetti artificiali di risegmentazione dei partiti. Attenzioni anche dal PD che, come altri partiti politici invitati, avranno una presenza qualificata al Congresso (al momento prevista Lia Quartapelle).

Gli ambiti tematici annunciati per dare vita a questa prima occasione di analisi e di proposta comune sono stati precisati in un documento di orientamenti di base a cui si è dedicato Stefano Rolando (che è stato parte del rinnovamento culturale del civismo italiano negli ultimi dieci, quindici anni). Il documento ha raccolto da una prolungata esperienza di confronti le proposte e le relazioni con alcuni valori civici connotati dalla principale delle battaglie di quest’epoca, cioè la riqualificazione della democrazia politica e il rilievo sociale e culturale di un contenimento del crescente astensionismo.

Gli ambiti attorno a cui si prevede di organizzare un centinaio di contributi congressuali programmati riguardano: la forma e il modello del civismo come condizione valoriale dell’agire politico; le implicazioni nelle trasformazioni sociali, economiche e culturale determinate dalle emergenze; la visione anti-populista dell’ispirazione democratica connessa al pensiero del federalismo su scala nazionale ed europea; la centralità del tema della sostenibilità e le connessioni delle transizioni in corso che modificano la gerarchia dei problemi e le conseguenze delle scelte; le regole in cambiamento della democrazia con particolare riferimento alla legge elettorale.

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