Ieri il Tribunale di Venezia ha rinviato alla Corte costituzionale il ricorso presentato da Felice Besostri e da altri legali contro la soglia di sbarramento prevista nella legge elettorale per il Parlamento europeo. Di seguito un primo commento dello stesso Besostri. Nella sezione documenti il testo del ricorso e l’ordinanza del Tribunale.
L’ordinanza del Tribunale di Venezia è solo l’inizio. Aspettiamo la decisione di Cagliari prima del voto, che anche per il contesto non potrà ignorare l’altra questione fondamentale della discriminazione delle minoranze linguistiche e politiche. E dopo il voto Roma, Napoli e Milano. Questa ordinanza ha un immediato effetto politico e psicologico: ci sarà un voto più libero, senza il ricatto del voto utile. Altro effetto sicuro sarà quello di un aumento del contenzioso elettorale davanti al Tar Lazio.
Il presidente del Tribunale di Venezia, che non è il giudice che ha emesso l’ordinanza, avrebbe ragione sulla mancanza di effetti sulle elezioni del 25 maggio soltanto nell’improbabile caso che il verbale di proclamazione degli eletti dell’Ufficio Elettorale Nazionale presso la Corte di Cassazione non fosse impugnato. Lo impugneranno, invece, le liste sotto soglia, ma anche i candidati delle liste sopra soglia, candidati nelle circoscrizioni con una partecipazione elettorale più bassa della media nazionale e un voto più alto della media nazionale per liste sotto soglia: la colpa è dell’art. 21 della legge n18/1979, che non è stato modificato malgrado le sentenze e i pareri del Consiglio di Stato (precedente dell’on. Gargani).
Se saranno i giudici a rifare le elezioni la colpa è esclusivamente della maggioranza del Parlamento. Prima di promuovere i ricorsi avevo segnalato le criticità costituzionali e di contrasto con i Trattati europei in un seminario del 24 ottobre 2013 presso la Direzione Nazionale del Pd e in una lettera del successivo dicembre ai Presidenti delle Camere e alle Commissioni Affari Costituzionali e Affari Europei della Camera e del Senato, che non hanno reagito, complici i mezzi di informazione che non hanno mostrato interesse ai ricorsi.
In questi ricorsi abbiamo fatto tesoro della precedente esperienza del Porcellum: da qui la scelta di 6 Tribunali (l’Italia è una federazione giudiziaria). Un ringraziamento agli avvocati che mi hanno affiancato e che devono essere ricordati, a cominciare dagli avvocati Sarno di Avellino, Campesi di Olbia e Versace di Venezia, che con gli avvocati Zecca, Falcone, La Forgia, Campanotto, Di Giacomo, Cicchetti, Ricciuto e Armandi hanno costituito un team coeso ed efficace.
In merito ai cascami della battaglia già compiuta sul Porcellum, v. https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=784774498231843&id=569341349775160&fref=nf