Nel 1972 assume la direzione Federico Coen, e la rivista cambia pelle. Innanzitutto cambia la testata, che da Mondo Operaio diventa Mondoperaio. Ma cambia anche il ruolo, che diventa più aggressivo e creativo sul terreno della cultura politica. Coen era stato fra i collaboratori di Antonio Giolitti ai tempi dei primi governi di centro-sinistra e dei tentativi di programmazione economica, e ad affiancarlo sono innanzitutto gli altri reduci di quell’esperienza, da Giorgio Ruffolo a Giuliano Amato, da Francesco Forte a Gino Giugni, da Luciano Cafagna a Federico Mancini, da Stefano Rodotà a Franco Bassanini: mentre nella redazione operano Sisinio Zito, Francesco Gozzano e Luciano Vasconi.

Ma la rivista si apre anche ai reduci dell’altra esperienza cruciale degli anni Sessanta, quella del ’68, con la presenza di Paolo Flores d’Arcais e di Giampiero Mughini: e più in generale ad una nuova generazione di studiosi che critica le tradizionali egemonie dominanti nella cultura politica italiana dell’epoca, come Ernesto Galli della Loggia, Paolo Sylos Labini, Luciano Pellicani, Ruggero Guarini.

E’ la stagione dei grandi dibattiti promossi dalla rivista, che scardinano molte certezze pigramente coltivate in seno al ceto politico e intellettuale del nostro paese. Nel 1974 è Norberto Bobbio a mettere in discussione i fondamenti teorici della “via italiana al socialismo” ancora propugnata dal Pci. Nel 1975 Massimo L. Salvadori demolisce un altro mito dell’italocomunismo, quello di Gramsci. Nel 1977 Giuliano Amato e Gianfranco Pasquino sfidano il perbenismo costituzionale del nostro mondo politico proponendo per primi una radicale riforma delle istituzioni. Nel 1978 Gianni Baget Bozzo apre una discussione sulla questione cattolica che demitizza la vulgata complementare alla strategia del compromesso storico. Nel 1978 Paolo Flores d’Arcais e Luciano Pellicani organizzano un convegno su “Marxismo, socialismo, leninismo” al quale partecipano fra gli altri Cornelius Castoriadis, Alain Touraine, Francois Feito, Leszek Kolakowski, Ken Coates, Gilles Martinet, Jiri Pelikan e Pierre Rosanvallon.

Questa stagione coincide non casualmente con quello che viene definito il “nuovo corso socialista”, di cui la rivista è appunto protagonista: nel 1976 sarà Mondoperaio a convocare, prima del Comitato centrale del Midas in cui Craxi verrà eletto alla segreteria, un convegno di intellettuali e sindacalisti socialisti decisivo per promuovere il rinnovamento del Psi; così come sarà la rivista diretta da Coen il principale incubatore delle idee che animeranno il Progetto socialista del 1978 e la Conferenza di Rimini del 1982 (su questo periodo si veda F. Coen – P. Borioni, Le cassandre di Mondoperaio, Marsilio, 1999).