Sono entrato a nemmeno quindici anni nella Federazione Giovanile Socialista Italiana. La lettura di “Mondoperaio” è stata decisiva in questa scelta. Si era alla fine degli anni Settanta/inizi Ottanta, ed era impopolare dirsi apertamente riformisti. Io però, già allora e da allora, lo facevo sempre, nel partito o nelle assemblee scolastiche.
La maggior parte di chi reagiva tirandomi le monetine oggi fa il nuovista veltroniano o addirittura il berlusconiano. Io rimango socialdemocratico e rimango di sinistra, come lo è la mia famiglia da quattro generazioni. Per me entrare nel Psi ha significato entrare nel socialismo europeo. Solo in seguito ho scoperto, per la verità, che nel Psi circolava un’idea vaga, enunciativa e dialettica (per incalzare i ritardi del Pci) di cosa fosse la socialdemocrazia. Comunque, sono rimasto nel Psi fino al 1991 perché persuaso che sarebbe stato prezioso, per la modernizzazione della sinistra italiana, un periodo di “Duello a Sinistra”. Oltre a militare ho collaborato con esponenti del partito: con Agostino Marianetti come assistente parlamentare, con Michele Svidercoschi come responsabile stampa e componente della commissione esteri del Movimento Giovanile Socialista. Questa organizzazione, però, dopo Svidercoschi conosce una penosa involuzione. Inoltre, dal 1990 mi trovo sempre meno a mio agio nel Psi, dove mi pare ci sia troppo “duello” e poca “sinistra”. La svolta occhettiana del Pds, poi, mi sembra culturalmente approssimativa e politicamente sterile (mi limito agli eufemismi). Così me ne vado a fare un PhD in Danimarca.

Da allora, sia attraverso rapporti non ancora stabilizzati con l’Accademia (Università di Macerata e varie università nordiche), sia tramite la collaborazione con fondazioni e centri studi (Fondazione Gramsci, Foundation of European Progressive Studies, Fondazione Brodolini, Fondazione Querci) sia attraverso numerosi libri, convegni e articoli, mi occupo di modernizzazione politica europea e specialmente nordica, welfare state, socialdemocrazia. Accanto a quella di studioso pratico un’intensa attività di collaboratore per gli esponenti davvero riformisti del centro-sinistra (poco importa se di provenienza Pci, come Ugo Sposetti, o Psi, come Piero Marrazzo, o Cisl, come Tiziano Treu). Sono felice, ora, di collaborare alla rinascita di “Mondoperaio”, anche se mi rendo conto che con ciò la mia tendenza alla continuità da totale possa divenire addirittura spaventevole.