Pubblichiamo una raccolta di commenti alla scomparsa del direttore Luigi Covatta a cura dell’Osservatorio sulla comunicazione pubblica dell’Università IULM di Milano.

Un omaggio ad un costruttore di “dibattito pubblico” come scrive Stefano Rolando che, ricordando Covatta, ne esalta la “figura di intellettuale sempre pendolare tra pensiero e azione”.

“Siamo privati di un’intelligenza originale, di uno sguardo acuto, di una penna senza fronzoli, di un giudizio capace sempre di connettere memoria e futuro” ci ricorda Gennaro Acquaviva.

Di sicuro era quell’intelligenza originale e quello sguardo acuto che lavoravano affinché Mondoperaio rimanesse “l’ultima rivista di cultura politica italiana del Novecento ancora attiva e viva nel nuovo secolo”, come ha scritto Cesare Pinelli che ricorda: “c’è una comunità che piange il suo direttore, ma ha imparato da lui tanto da poter sperare di non disperdersi e da proseguirne il più possibile l’opera”.

Che questo ricordo possa contribuire a tenere vivo il filo che Gigi ha saputo tessere e che lega il passato al futuro.

 

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