Sul Foglio di oggi, riferendosi ad Obama, Giuliano Ferrara osserva che “può capitare di vincere e rivincere costruendo sul tuo simbolismo mediatico, sul tuo swing, una un tempo inimmaginabile parabola di perfetto insuccesso politico coronato dal perfetto successo comunicativo”. Vero. Solo che non vale solo per Obama. Anche lo swing di Berlusconi ha dato luogo ad una parabola un tempo inimmaginabile. In fondo lo ha sostenuto lo stesso Ferrara, fino a spingersi a raccontare la favola della successione dinastica per perpetuare il “perfetto successo comunicativo” e lasciare sullo sfondo il “perfetto insuccesso politico”. E sul Messaggero di oggi lo riconosce Fabrizio Cicchitto, che pur schierandosi a favore della continuità del governo la subordina al rispetto dovuto al “rapporto organico” che il Pdl ha col suo presidente, e bolla di “spiritosa invenzione” ogni ipotesi di cambio di leadership nel centrodestra.
Tempi duri per i teorici dei partiti “liquidi” e “personali”. E tempi duri anche per quanti, nel Pd, debbono misurarsi a loro volta sulla contraddizione sempre più evidente fra il “perfetto successo comunicativo” cui andrebbe incontro il sindaco di Firenze ed il “perfetto insuccesso politico” che si determinerebbe con le dimissioni del presidente del Consiglio.