Scrive Enrico Marro sul “Corriere Economia” di lunedì che al Cnel 20 consiglieri nascondono i loro redditi. Al Cnel – che non sarebbe male se finalmente qualcuno lo sciogliesse per inutilità e costo – 20 signori non hanno pubblicato come dovevano i loro redditi; e tra questi, guarda caso, si trovano l’ex segretario della Cisl, quello della Uil, il presidente dell’Abi, il segretario generale della Confartigianato, i segretari dei sindacati autonomi Confsal e Cisal, il vicepresidente vicario della Legacoop, il segretario generale dei pensionati Cisl, un membro della Giunta di Confindustria, l’ex presidente di Confservizi, un consigliere di presidenza Acli, il presidente di Confcooperative, il vicepresidente di Federpesca-Confindustria, il presidente di Confagricoltura, il presidente della Cna, il presidente di Confetra, il direttore generale di Confindustria, il presidente di Confesercenti, il presidente di Coopagri.
Con buona pace di chi continua a declamare l’importanza dei corpi intermedi per la democrazia del paese, si capisce perché essi sono parte determinante del blocco storico che si oppone a ogni riforma. Non pubblicare i redditi non rivela una mancanza di stile ma l’ombra. Chi continua a dichiarare che senza corpi intermedi non c’è democrazia dovrebbe almeno pretendere che la rete delle associazioni sindacali e di categoria rendesse pubblici e certificati iscritti e bilanci, in dettaglio. Continuare a difendere un passato che non c’è più e opporre una ferma reazione ad ogni mutamento è solo reazionario.