Un’ondata di fascismo percorre il Paese nell’indifferenza dei poteri costituiti e di gran parte della popolazione. Il 25 aprile del 1945 è così lontano da farci dimenticare cos’era accaduto prima?
Lo spettacolo indecente dei grillini in Parlamento a scandire il nome di Rodotà accompagnandolo col gesto della mano destra alzata, le manifestazioni in piazza del Parlamento e in piazza Montecitorio con l’aggressione di vari parlamentari e, infine, di Franceschini costituiscono intollerabili atti intimidatori.
C’era da aspettarsi che il presidente della Camera dei deputati, portata per ignoti meriti, dall’oscurità, alla ribalta nazionale e il presidente del Senato avessero un attimo di consapevolezza di quali fossero i valori devastati e rivolgessero un monito alla banda di sciamannati seguaci del comico disoccupato di Bogliasco. Sottolineo banda di sciamannati, visto che nessuno di loro, nemmeno uno, ha avuto il coraggio di dissociarsi e di votare Napolitano, segno della disciplina paramilitare cui sono addestrati.
E mi domando anche: nel mondo dei solerti giudici italiani non ce n’è uno che abbia qualcosa da rilevare sulla mascalzonata del predetto comico consumata nell’intervista alla Bild tedesca? L’annuncio del prossimo default italiano non costituisce i reati di cui agli artt. 501 e 656? O i magistrati coraggiosi di fronte al nano di Arcore se la fanno sotto di fronte al mussolinetto di Bogliasco?

In Il taccuino del dottor Agrò –  25 aprile 2013