C’è un effetto di spaesamento nello sfogliare i giornali di questi giorni, che alternano servizi sulla sospensione di Schengen e servizi sulla stepchild adoption: come se in Europa, nel momento stesso in cui si rivaluta il ruolo del limes (del confine), si tendesse ad ignorare quello dei limina, cioè dei limiti entro i quali si possono esercitare i diritti individuali, ed anche affermare i propri principi.
Mi sono già permesso di parlarne qui, ed Ugo Intini ha ripreso il tema nel numero della rivista in distribuzione: mentre Ernesto Galli della Loggia ha fatto cenno al tema nell’intervento pubblicato nell’ultimo numero dell’anno scorso.
Resta da dire che, se l’Europa pensa di difendersi chiudendosi all’esterno e godendosela all’interno, finirà inevitabilmente per entropia: magari determinata dalla collisione fra i diritti dei tassisti  parigini che mettono a ferro e fuoco la città per non avere concorrenti e i diritti dei cittadini che vogliono andare a sentire un concerto al Bataclan senza temere (almeno) per roghi e blocchi stradali.