Paolo Gentiloni, ospite domenica scorsa di Fabio Fazio, in pochi minuti ha confermato la propria capacità di coniugare realpolitik e un pizzico di “visione”. Guardando ad esempio alla prospettiva del “sorpasso” cinese rispetto agli Usa e inserendovi la vicenda nordcoreana, ha ricordato come, almeno dai tempi di Sparta e di Atene, difficilmente tali mutamenti epocali risultino non traumatici. Riferendosi poi all’esperienza dei “corridoi umanitari”, vi ha colto una possibile alternativa alle pratiche correnti, scorgendovi quasi il bagliore di un futuro più umano.
Con poche parole, quindi, il premier ha condensato un’attenta valutazione dei rapporti di forza – a livello globale e in Italia – e il tentativo di proporre una politica che non soffra di miopia ingravescente.