La Claudiana (casa editrice di riferimento della cultura protestante in Italia), fondata a Torino nel 1855, compie quest’anno 160 anni. Deve il nome a un grande vescovo di Torino vissuto nel IX secolo, lo spagnolo Claudio, considerato un precursore del movimento evangelico per la lotta contro la venerazione delle immagini nelle chiese e l’impegno in favore della diffusione delle sacre Scritture.

Abbiamo intervistato il direttore editoriale Manuel Kromer.

La casa editrice Claudiana compie 160 anni. L’impressione, anche partecipando al Salone internazionale del libro di Torino e ad altri eventi, è che dinanzi alla cultura protestante, nel nostro Paese, prevalgano curiosità e interesse oppure diffidenza e resistenze?

Senz’altro curiosità e interesse, come del resto sempre, negli ultimi anni. Direi che è in atto un vero e proprio cambio di paradigma culturale in Italia. Mentre prima la religione era una, quella cattolica, e tutti gli altri erano visti con sospetto, ora le persone si rendono conto che viviamo in una società plurale dal punto di vista religioso. Quest’anno, forse, l’attenzione si è addirittura rafforzata, a causa del fatto che il portavoce della sala stampa vaticana aveva già annunciato che il 22 giugno 2015 papa Francesco avrebbe visitato la chiesa valdese di Torino: la prima volta di un papa in una chiesa valdese dopo 700 anni.

Di certo la Claudiana rappresenta anche un ponte con il centro e nord-Europa e con il mondo anglosassone. Si tratta di un compito assai importante. Cosa può dirci al riguardo?

Claudiana si è sempre sentita un ponte tra le culture protestanti e la cultura italiana, fortemente di ispirazione cattolica. Questo fa sì che le aree geografiche citate siano per noi fondamentali. Tuttavia abbiamo anche già pubblicato sulle istanze teologiche ed etiche emergenti dall’Africa, dall’America latina e dall’Asia. Questo è per noi un aspetto essenziale. Desideriamo portare in Italia tematiche anche controverse, istanze che in altri paesi sono parte della normalità, quali la liberazione della sessualità, il femminismo e le teologie della liberazione negli anni ’70, l’omosessualità e il pacifismo negli anni ’80: per non parlare di matrimonio dei preti, divorzio, aborto, eutanasia. Sono temi su cui si può e si deve discutere, non per omologarsi a una cultura liberista tout court, ma per far sentire una voce cristiana diversa da quella cattolica. Significativo a tal proposito è come in Italia sia stata accolta l’enciclica del papa «Laudato si’»: nessuno ha menzionato il fatto che il Consiglio ecumenico delle Chiese – che raggruppa la quasi totalità delle chiese protestanti e ortodosse del mondo – già negli anni ’80 aveva lanciato un grande programma di sensibilizzazione chiamato «Giustizia, pace e integrità del creato».

Nel 2017 ricorreranno cinquecento anni dall’inizio della Riforma. Come si prepara la Claudiana all’evento e, più in generale, come lo vive?

Sicuramente si tratta di un avvenimento straordinario. Claudiana, per il momento, si concentra sulla pubblicazione di opere di Lutero, per mettere a disposizione del pubblico italiano – colto e non – le fonti che hanno innescato questa vera e propria rivoluzione che in maniera più o meno diretta ha portato alla nascita del mondo moderno. In secondo luogo ci concentriamo su opere su Lutero (quest’autunno uscirà una grande biografia sul Riformatore), e su opere che aiutino ad attualizzare quello che avvenne all’epoca. Sarà una pubblicazione di opere molto ricca e variegata. Tutte le chiese protestanti si stanno preparando a questo anniversario, che vedrà una folta serie di iniziative e manifestazioni. Ma anche a livello universitario e laico so che si stanno ipotizzando varie e interessanti iniziative. Claudiana cercherà con le sue forze di inserirsi in queste celebrazioni, offrendo il suo contributo di fonti e analisi dell’avvenimento. Come nel 1993 – 500° anniversario della nascita di Lutero – la cultura italiana entrò maggiormente in contatto con il Riformatore (da allora il numero di opere su e di Lutero pubblicate in Italia sono aumentate a dismisura), ci auguriamo che l’anniversario dell’inizio della Riforma possa favorirne una maggiore conoscenza sia nella cultura italiana, sia anche in ambito universitario e scolastico. È ovvio – grazie al suo ricco catalogo sull’argomento – che Claudiana sarà in qualche modo la casa editrice di riferimento in quelle celebrazioni.

La Claudiana tiene vivo il dialogo con altre tradizioni culturali presenti in Italia: con quella cattolica, certo, e con quelle laiche (non a caso pubblica i Quaderni Laici). In particolare, poi, essa si è confrontata con la cultura socialista, con il contributo decisivo, fra gli altri, di Giorgio Spini. Che futuro potrà avere tale confronto?

Diciamo che ci piace interagire con quella parte della cultura italiana per la quale i due primi termini dello slogan del Consiglio ecumenico delle Chiese (e anche il terzo) sono parole importanti. Sotto questo punto di vista non ci siamo tirati indietro dal pubblicare due libri di autori della Cdu tedesca: Jürgen Todenhöfer, che ha scritto un bellissimo libro sull’Afghanistan nell’immediatezza della crisi afghana, e una selezione di discorsi tenuti da Angela Merkel. Certo, ci capita più spesso di sentirci in sintonia con la sinistra, ma questo non certo per partito preso, bensì su tematiche molto specifiche attinenti appunto all’etica, alla giustizia, alla pace e all’integrità del creato.