Bersani è il candidato per il centrosinistra alle prossime elezioni, cosi hanno sentenziato le primarie. Questa vittoria dimostra come gli elettori di centrosinistra credono in un reale progetto progressista e riformatore per il Paese. Ecco il motivo per il quale la sinistra non dovrà tradire le aspettative di chi ha creduto in queste primarie.
Smaltite le tossine post voto, il centrosinistra ha bisogno di mettere in cantiere un brainstorming che possa contribuire alla nascita di un programma: credibile, inclusivo e pragmatico da presentare agli elettori in vista delle prossime elezioni, quando si giocherà la partita più importante, ricostruire il Paese che versa in uno stato di decadenza culturale ed economica.
In questa ricostruzione, come co-fondatori dell’alleanza “Italia bene comune”, dovremo avere un ruolo autonomo, puntando su due temi programmatici presenti nel nostro DNA culturale e politico i “diritti-libertà e la giustizia”. Se riusciremo ad essere gli alfieri di entrambe le tematiche potremmo davvero apportare un contributo importante al programma della coalizione, visto che, senza polemica o narcisismo, siamo gli unici dell’alleanza ad avere un retaggio culturale riformista e libertario, non post comunista.
Loris Fortuna e tanti altri esponenti socialisti del passato sono la testimonianza storica del nostro impegno a sostegno dei diritti civili ed è soprattutto grazie alla loro pervicacia che all’appuntamento con la storia i socialisti sono stati fondamentali per garantire che divorzio ed aborto fossero legge in un’ Italia ancora bigotta e papalina. Questi come tanti altri, sono ormai diritti di autodeterminazione acquisiti; adesso però i socialisti del nuovo millennio hanno altre battaglie civili da promuovere e da far diventare legge. Lo ius soli, ad esempio, e cioè il riconoscimento dei figli di immigrati nati sul suolo italiano. Questa legge ci renderebbe tutti un po meno xenofobi e più inclusivi.
Ancora rendere legali i matrimoni tra individui dello stesso sesso, che ormai sono nlla legislazione di quasi tutta Europa e perfino in Argentina; il ‘divorzio breve’, una nostra idea fin dai tempi della Rosa nel Pugno; il cosiddetto testamento biologico, una legge che marcherebbe la linea di separazione tra uno Stato laico ed uno confessionale.
Per quanto riguarda invece il tema “giustizia” i socialisti hanno il compito di impegnarsi a porre fine ad alcune storture del sistema giudiziario e colmare dei vuoti legislativi per far diventare il nostro Paese più civile e democratico, tutelando la dignità del cittadino.
Per questo occorre al più presto rivedere alcune norme del Codice Penale e di Procedura penale, scritte un secolo fa. Tra queste va riformata la carcerazione preventiva, troppo spesso usata come strumento per estorcere una confessione e non perché prevalgano davvero le esigenze cautelari previste dall’art. 274 cpp, dimenticando che la Costituzione prevede la presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio. Temperando l’esercizio della carcerazione preventiva, magari con l’alternativa della detenzione domiciliare per i reati non ‘di sangue’ e di mafia e terrorismo, si risolverebbe anche l’affollamento delle carceri. È bene ricordare che oggi i detenuti in regime di custodia cautelare sono più di 27 mila, che le carceri hanno una capienza di circa 44 mila posti letto mentre oggi ‘ospitano’ oltre 68 mila detenuti. E questa nostra attenzione per i diritti dei carcerati non è nuova, ma risale a Andrea Costa, il primo deputato socialista nel parlamento italiano.
Un altro punto sul quale i socialisti hanno il dovere di sollecitare una coalizione che appare abbastanza ingessata e conservatrice, a tratti giustizialista, è quello della separazione delle carriere e la revisione della responsabilità civile dei magistrati perché l’Italia è troppo tenera con i magistrati che sbagliano. Lo conferma, ma non ce n’era bisogno, una sentenza resa nota nei giorni scorsi, con cui la Corte di Giustizia Ue ha censurato la legge 117/88 sul risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e sulla responsabilità civile dei magistrati. Ora l’Italia dovrà uniformarsi alla sentenza, pena l’applicazione di sanzioni.
Infine dovremo chiedere al prossimo parlamento di ratificare la “Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica”, aperta alla firma degli Stati ormai dall’11 maggio del 2011 e che vede l’Italia in forte ritardo, ed anche approvare una legge sul reato di tortura e su tante fattispecie di reato che ledono i diritti dell’ uomo e le diversità di genere.
Ecco credo che, se i socialisti riusciranno a promuovere i diritti alla giustizia, oltre a migliorare il prossimo programma di governo da presentare ai cittadini, garantirebbero anche maggiori diritti di cittadinanza, rendendo il nostro paese sicuramente più moderno ed europeo.