Al livello della comunicazione politica, gli ultimi decenni sono stati impiegati dagli innovatori della sinistra per provare a far comprendere l’importanza, ai fini del cambiamento e della stessa giustizia sociale, di concetti come la valorizzazione del merito, le opportunità da estendere al maggior numero possibile di persone, la sicurezza, la modernizzazione e così via. Ecco perché trovo assai significativo recuperare adesso il binomio, emerso nel lontano 1982 alla Conferenza programmatica di Rimini del Psi, merito-bisogno. E che dire dell’esortazione del premier a preoccuparsi di chi “non ce la fa”?

Le ricette mutano con i tempi e sarebbe oggi improponibile il vecchio Stato assistenziale, fonte fra l’altro di corruzione, sprechi, iniquità, clientele. Resta però l’istanza: darsi da fare per aiutare, appunto, chi non ce la fa. Non si tratta solo di “umanizzare” la “libera corsa” degli individui (libera davvero?). Uno dei problemi di fondo è di andare incontro a coloro che cadono o che vengono puniti da arbitri assai poco imparziali. Insomma: occorre superare, innanzitutto a livello culturale, il paradigma cosiddetto neoliberista. Al fine, come direbbe Amartya Sen, di trasformare i “pazienti morali”, costretti alla passività, in “agenti morali”, sempre più in grado di scegliere liberamente e di far leva sulle proprie capacità.

In fondo, è l’attualizzazione del socialismo liberale. Scriveva Carlo Rosselli: “Il socialista liberale non crede alla dimostrazione scientifica, razionale, della soluzione sociale, e neppure alla storica necessità del suo avvento. Egli non si illude di possedere il segreto dell’avvenire, non crede di possedere la verità assoluta, ultima, definitiva, non china la fronte a dogmi di nessuna specie”. E ancora: “Senza dubbio è più rivoluzionario il tecnico avveduto dell’iroso capo-popolo che si oppone all’introduzione di metodi più perfezionati o si preoccupa solo della distruzione dell’odierno sistema sociale”. Alleanza del merito e del bisogno, dunque, al fine di rendere ciascuno e ciascuna davvero più libero e più libera.